PIGNATARO MAGGIORE (CASERTA): RACCOLTA DI PESCHE IN EX VILLA BOSS
Data: Martedì, 17 giugno @ 10:16:12 CEST
Argomento: Cronaca




La distruzione dolosa di 120 alberi di pesco un mese fa non li ha fermati. E oggi i ragazzi della cooperativa sociale Area Nova hanno raccolto i primi frutti del nuovo raccolto, il secondo da quando la cooperativa agricola Icaro ha preso in gestione il pescheto che prima apparteneva al boss della camorra Raffaele Antonio Ligato, condannato come esecutore materiale dell'omicidio del sindacalista Francesco Imposimato. Il terreno, 700 piante su tre ettari, si trova a Pignataro Maggiore (Caserta) nell'area adiacente alla villa bunker del boss. Il clan Ligato era noto per essere, negli anni '80, il braccio armato del potente clan camorristico dei Nuvoletta, alleato della mafia siciliana di Toto' Riina. Accanto al manufatto reso fatiscente dagli uomini del clan prima che lo Stato ne entrasse in possesso, c'é anche un'ampia piscina, testimonianza dello sfarzo in cui il boss viveva. Le cassette piene di pesche, frutto di una raccolta da 150 quintali, sono state caricate su un tir che le porterà allo stabilimento Zuegg di Avellino, dove verranno trasformate in purea, e successivamente allo stabilimento Foreste Molisane che ne farà succhi di frutta. Una piccola percentuale (circa il 20%) verrà in parte venduta sui mercati e in parte donata ad alcune case famiglia. Alla raccolta hanno partecipato anche i ragazzi di Sasso Montegianni, un centro di recupero per tossicodipendenti, oltre ai volontari del servizio civile. Alla cerimonia del primo giorno di raccolta hanno presenziato numerose autorità locali, tra cui l'assessore regionale all'Agricoltura Andrea Cozzolino. "Sono pesche equiparabili a quelle biologiche - tiene a precisare Salvatore Ciardiello, presidente della Cia di Caserta - sottoposte a pochissimi trattamenti e che hanno passato tutte le analisi". "Dopo l'episodio del mese scorso - ha sottolineato Cozzolino - era doveroso per noi stare qui per favorire col nostro impegno una svolta imprenditoriale". L'assessore, infatti, ha sottolineato come nella gestione dei beni confiscati non sia sufficiente applicare politiche sociali se non si agevolano anche politiche produttive. E siccome la difesa della legalità ha un costo all'assessore viene chiesto un trattore e fondi per una recinzione che delimiti il pescheto che è un enclave all'interno di un più ampio appezzamento indiviso tuttora di proprietà dei familiari del boss. "Vogliamo aiutare lo sviluppo di questa attività - si è impegnato Cozzolino - e dotarla di mezzi perché produca ricchezza legale da contrapporre alle attività illegali della camorra imprenditrice. Stiamo studiando, inoltre - ha annunciato l'assessore - la possibilità di un marchio di qualità per i prodotti che escono dalle attività sorte sui beni confiscati. Non possiamo - ha concluso - affidarci solo al volontariato, ma porre le condizioni per una imprenditoria legale nei luoghi che furono della camorra". In precedenza Cozzolino ha visitato la fattoria sociale area Nova sorta su un bene confiscato al clan Nuvoletta e successivamente l'azienda bufalina di Grazzanise appartenuta agli Schiavone. (16 giugno 2008)





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