DONNE E CARRIERA: L'IMPRENDITRICE CRISTIANA COPPOLA SU IO DONNA MAGAZINE
Data: Domenica, 15 giugno @ 20:46:50 CEST
Argomento: Economia


La casertana Cristiana Coppola, laureata in Giurisprudenza a Ginevra, vice presidente di Confindustria per il Mezzogiorno, intervistata da Maria Teresa Meli per il magazine femminile del Corriere della Sera, Io Donna, in edicola dal 14 giugno



CASERTA - Cristiana Coppola, vice presidente di Confindustria per il Mezzogiorno, è una donna determinata, che non ama aggirare i problemi. Rappresenta la nuova generazione dell’imprenditoria meridionale, una nuova generazione che non teme di puntare l’indice contro il problema dei problemi del Sud: la criminalità.


Dottoressa Coppola quant’è difficile fare impresa nel Meridione?


«Operare al Sud è complicato. In questo periodo tutti i nodi stanno venendo al pettine. La vicenda dei rifiuti è emblema¬tica in questo senso».


Cioè? Qual è il nesso tra i rifiuti e le difficoltà che incontrano le imprese nel Mezzogiorno?


«La vicenda dei rifiuti dimostra che è nell’ordinaria amministrazione che gli enti locali conseguono i risultati peggiori Si è dovuto ricorrere a un intervento esterno del governo per risolvere un problema interno di gestione locale. Lo Stato ha guardato al Mezzogiorno come a un luogo dove riversare risorse senza attenzione alla qualità della spesa e all’efficienza».


Dunque lavorare nel Meridione è difficile. E diffide anche essere una donna che fa impresa?


«Dirò la verità, è una questione che non rai sono mai posta. Forse all’inizio c’è un problema di credibilità. C’è chi pensa che siccome sei donna sei meno credibile, poi però, quando emerge la competenza, il problema si risolve. Piuttosto, la difficoltà di essere una donna che fa impresa nel Mezzogiorno viene fuori con forza quando ci sono condizioni difficili, mi riferisco alla criminalità, naturalmente, che è uno dei problemi del Sud».


Ma di che cosa avrebbero bisogno le imprese del Meridione per crescere?


«Di un ambiente migliore in cui vivere e investire, il che vuol dire soprattutto rimuovere la piaga della criminalità organizzata».


Non le sembra di essere un po’ generica?


«Mi rendo conto che sembra un concetto astratto, ma è così. Le cause del ritardo meridionale sono diverse, ma sicuramente una delle più importanti è l’illegalità, che crea un’economia insana, concorrenza sleale, e che rende meno competitive le imprese oneste. Un’azienda ha bisogno di una qualità di vita accettabile per crescere. Ne ha parlato la presidente Emma Marcegaglia nella sua relazione: “La crisi del Mezzogiorno è civile e istituzionale, prima ancora che economica” Per qualità della vita, intendo l’efficienza dei servizi pubblici locali. Sia chiaro, però, che il Meridione non è a parte, è una regione d’Europa, è Italia».


Un’Italia un po’ in difficoltà, comunque


«E per risolvere questo problema sarebbe necessario creare un contesto accettabile, favorevole alle imprese e alla loro crescita. Ma le aziende crescono non perché le si “droga” di quattrini, anzi, in questo modo si impigriscono».


Questo è uno dei problemi del Meridione.


«Già, in qualche modo l’andazzo finora è sempre stato questo: dire “ti do i soldi e tu stai zitto”. Del resto è più facile dare che fare. Questa è proprio una cultura dell’irresponsabilità».



Non vorrà dire che la colpa è tutta di come lo Stato gestisce le cose, mentre le aziende non hanno nulla da rimproverarsi?


«No, anche le aziende hanno alcune responsabilità.


Secondo lei, la nuova generazione degli imprenditori può sbloccare questo stato di cose?


«Sì, certamente. D’altra parte, è finito il mondo della commessa pubblica, dei contributi a fondo perduto, della logica assistenziale... Adesso gli imprenditori sono concentrati a fare crescere le proprie aziende, ad avere nuovi sbocchi, nuovo mercato. Si, le imprese del Mezzogiorno hanno bisogno di più mercato: minore presenza dello Stato in questo campo e maggiore presenza, invece, dal punto di vista dell’ordine pubblico e della lotta alla criminalità. Io non sono un’economista, ma basta vedere gli ultimi dati della programmazione comunitaria 2000-2006: nessun obiettivo è stato raggiunto. E questo ci deve far pensare. Non può continuare tutto come se niente fosse».


Lei prima ha tenuto a sottolineare che il Mezzogiorno è «una parte d’Europa, è Italia». Perché?


«Noi ci aspettiamo che il Mezzogiorno non venga considerato un’altra parte rispetto all’Italia, le aziende del Sud sono come le aziende del Nord. Non vogliamo provvedimenti speciali che vanno a beneficio delle imprese meridionali. Bisogna uscire da questo dualismo che ci lascia un po’ nel ghetto. Detta in modo anche brutale: non dobbiamo avere niente di più, però vogliamo avere a tut¬ti i costi le condizioni che ci permettano distare alla pari con il Nord».


E qui si torna alla qualità della vita. Ma, in concreto, Coppola, che cosa chiedete a questo governo? Infrastrutture, per esempio, visto che al Sud scarseggiano?


«Ma non c’è solo il governo nazionale: c’è anche il governo delle regioni, dal momento che molte competenze spettano a loro. E comunque la presa di coscienza per cambiare le cose nel Sud deve essere locale, poi è chiaro che giù tutto è reso più complicato dalla mancanza di infrastrutture, ma sta a noi cambiare. Dobbiamo partire da noi stessi, da una nuova cultura della responsabilità, cercare di crescere. Non possiamo aspettare che siano gli altri a risolvere i nostri problemi»

Ognuno faccia la propria parte, insomma.


«Proprio così. Il governo nazionale e i governi locali ci facciano vedere che iniziano un percorso che inverte la rotta seguita finora e noi faremo la nostra parte. Chi ha scelto di fare impresa sa che questo comporta rischi e sacrifici ed è pronto ad affrontarli».


La globalizzazione pone dei problemi per il Meridione


«Sono le nostre difficili condizioni a creare problemi».


Che cosa intende dire?


«Che non si può pensare di rinchiudersi nel proprio territorio di fronte alla globalizzazione. Piuttosto, bisogna puntare sulla qualità e sulla professionalità per non perdere questa sfida».


(15 giugno 2008)





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