BRANCACCIO: L'ACCUSO' DI COLOSSALE IMBROGLIO, LADY MASTELLA GLI FA VISITA
Data: Domenica, 20 maggio @ 21:17:19 CEST
Argomento: Giudiziaria


Lady Mastella, moglie del Guardasigilli, e presidente del consiglio regionale, è senza dubbio una donna di grande spessore oltre che raffinata ed elegante. Lo ha dimostrato anche nella visita (con altri esponenti dell'Udeur) in carcere al diessino Angelo Brancaccio che aveva trascinato la signora Sandra Lonardo in tribunale con alcune denunce. E di denunce, Brancaccio, grafomane d'eccezione, ne ha scritte tante. In quasi tutte, rimarca i problemi etici e di moralizzazione; il ricorso alla magistratura; le indagini che sono aperte e che si apriranno...



Caserta - (comunicato di Angelo Brancaccio dell'ottobre 2006) - Il consigliere regionale Angelo Brancaccio (Democratici di sinistra), segretario della Presidenza del consiglio regionale della Campania, interviene sulla vicenda del “Progetto di Comunicazione per l’anno 2006”. Intende chiarire la sua posizione e le azioni che si riserva per i prossimi giorni. Di seguito le parole di Brancaccio.
«Ho ricevuto, con somma meraviglia, una nota della presidente del Consiglio regionale, di cui al prot. N. 4751/S.P., relativa alla vicenda “comunicazione”, oggetto di una mia recente riflessione pubblica. Avrei preferito, per senso di responsabilità istituzionale e politica, non intervenire più sull’argomento, anche perché gli atti prodotti sono di una tale evidenza che non meritano ulteriori commenti. Il dovere istituzionale nei confronti di tutti i consiglieri regionali nonché la difesa della mia immagine, mi impongono di informare tutti sulla “vicenda”, dettagliatamente e con chiarezza. La presidente del Consiglio regionale, probabilmente mal consigliata, ha confuso il verbale della seduta successiva del 6 aprile u.s. con l’atto deliberativo contestato n.369 del 17 marzo u.s., relativo all’approvazione (mai avvenuta!) del piano di comunicazione del Consiglio regionale. Atti amministrativi chiaramente disgiunti e con funzioni diverse: sul “verbale della seduta successiva”, la mia è una firma relativa all’intera seduta precedente, firma che non presuppone nessuna responsabilità, se non morale, in quanto l’estensore del verbale è la responsabile del servizio, dottoressa Sarno. In ogni caso, di tale firma il sottoscritto si assume fino in fondo tutte le responsabilità penali, amministrative e politiche. L’atto “incriminato” è invece il nr. 369 del 17 marzo 2006, mai firmato dal sottoscritto e che, invece, ha la firma in calce del dottor Angrisani, della dottoressa Sarno e della stessa presidente del Consiglio regionale. Atto, è bene chiarire, mai approvato dall’Ufficio di Presidenza nella seduta del 17 marzo u.s., così come si può riscontrare anche dalla cassetta audio contenente l’intera registrazione della riunione. Sul punto sono stato, peraltro, confortato da quasi tutti membri dell’UP da me contattati; nessuno ricorda di aver mai approvato il piano di comunicazione del Consiglio regionale. In particolare il questore alle Finanze, Conte, ricorda solo di aver relazionato e rinviato il punto (versione chiaramente riscontrabile dalla registrazione audio). Ribadisco, quindi, a chiare lettere ed assumendomi tutte le responsabilità del caso, che ci troviamo di fronte ad un colossale “imbroglio” la cui natura, dolosa o meno, dovrà essere accertata sul piano politico da una commissione e sul piano penale dalle autorità competenti. Risulta, peraltro, dalle determine dirigenziali che si è proceduto ad un affidamento diretto dei servizi di comunicazione, attraverso un’indagine di mercato che sarebbe stata effettuata da un consulente esterno alla presidenza (nessuna norma di legge dà questa discrezionalità). I funzionari interpellati, nelle persone del responsabile del servizio e del settore, mi hanno confermato, con grande onestà, che l’atto nr. 369 del 17 marzo 2006 è stato trasmesso direttamente dallo staff della presidente. Procedura quanto meno singolare ed esattamente opposta a quella usata per tutte le altre delibere. Riconfermo, dunque, quanto espresso a mezzo stampa, riservandomi la trasmissione degli atti e della cassetta audio contenente la registrazione della seduta suindicata, all’autorità competente, qualora ciò non dovesse essere fatto dagli uffici».

dal sito di Angelo Brancaccio

Dichiarazione del Consigliere regionale Angelo Brancaccio (DS), Segretario della Presidenza del Consiglio Regionale, sulla vicenda fitti di immobili per gli uffici del C.R.
“Ancora una volta, mio malgrado, ritengo necessario intervenire sulla ormai nota vicenda dei contratti di locazione degli immobili siti all’isola G5 del Centro Direzionale e della Torre 1 di via Santa Maria del Pianto, per precisare la posizione mia e dell’intero gruppo dei Democratici di Sinistra che mi onoro di rappresentare nell’Ufficio di Presidenza. Senza mezzi termini e politichesi linguaggi, ribadisco – come già più volte verbalizzato nelle varie riunioni dell’U.P. – di essere convinto che la cosa più corretta da fare, sotto l’aspetto politico e morale, resta quella della rescissione o risoluzione unilaterale dei contratti di fitto in questione. Una decisione questa, suffragata anche da motivazioni tecniche e amministrative. Non si può continuare ad esitare su una vicenda che rappresenta uno spreco assolutamente inconcepibile. Di concerto con il gruppo dei D.S., tutte le volte che in Ufficio di Presidenza è stata discussa la problematica, ho rappresentato con opportune argomentazioni la netta contrarietà ad ogni ipotesi di proseguimento del contratto per sedi che di fatto non sono mai state utilizzate. Come si legge nei verbali dell’U.P., detta contrarietà è stata manifestata anche in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione 2007 (dal sottoscritto non votato) che prevede ingenti risorse per i fitti. Argomento questo che il sottoscritto con i colleghi del gruppo ha contestato anche pubblicamente unitamente ad altre questione (comandati, piano di comunicazione). Oltre a richiamare un problema etico e di moralizzazione della spesa pubblica, così facendo si mette anche in gioco la credibilità della massima istituzione campana che pur avendo dimostrato nella sua interezza sensibilità e capacità di sintesi con l’individuazione di regole certe, rischia poi di vanificare tutto avallando tali sprechi. Si invita, dunque, la Presidente Lonardo ad attivare gli organi competenti affinché avviino le procedure di rescissione o risoluzione unilaterale dei contratti di fitto suddetti. Per quanto autorevole possa essere il parere dell’Avvocatura, riteniamo che il contratto in questione costituisca un atto politicamente grave e tecnicamente viziato perché non rispondente alle direttive dell’U.P., sia di quello precedente che di quello attuale. Inoltre alla pubblicazione “autonoma e abusiva” del relativo bando non vi era la necessaria copertura finanziaria prescritta dalle normative vigenti. Mi risulta infine che l’autorità competente abbia aperto un fascicolo d’indagine per accertare eventuali abusi. Un motivo ulteriore per ribadire che la rescissione o risoluzione del contratto resta l’unica strada necessaria da percorrere“.





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