ACSA CE3: BOICOTTAGGI, RICATTI E CLIENTELISMI, ANATEMA DI DE FRANCISCIS
Data: Martedì, 06 marzo @ 16:49:47 CET
Argomento: Enti e Comuni




Caserta - Una conferenza stampa di fuoco convocata 'ad-horas' al termine della sua audizione in prefettura a Napoli dove è stato ascoltato dalla commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Poi, lo sfogo di un uomo/amministratore indignato per quei 100 lavoratori dell'Acsa che stamani, con alcuni camion posizionati all'esterno del palazzo della Provincia, hanno bloccato Corso Trieste e parlazziato mezza città con riflessi anche sulla periferia. Dalla bocca dell'arrabbiatissimo Alessandro De Francisici, presidente della Provincia nonchè commissario dell'Acsa (senza indennità) sono volate parole grosse e un paio di pesanti parolacce. 'Io sto dalla parte dei casertani che pagano la Tarsu e vicino ai lavoratori dell'Acsa ma condanno con veemenza l'atteggiamento di questo manipolo di dipendenti che questa mattina ha creato quella sconcezza alla quale abbiamo assistito. Stiamo lavorando con mille difficoltà per pulire le strade della nostra provincia e invece per appena quattro giorni di ritardo dei pagamenti dobbiamo assistere a manifestazioni senza precedenti'. De Franciscis è un fiume in piena: 'Ai ricatti e alle estorsioni non ci sto'. E continua con notizie da immediata denuncia alla magistratura: penale e contabile. L'Acsa perde il 35-40 per cento del ricavato giornaliero e si porta dietro una malagestione che ha portato all'assunzione a tempo determinato di una trentina di persone. Le persone che stamani anno scioperato - ha informato De Franciscis - percepiscono stipendi che superano in qualche caso i 2000 euro ma fanno di tutto per boicottare l'attività 'con giochetti dei quali oramai ci siamo accorti'. Basti pensare ai camion che stranamente si rompevano per guasti che solo un'officina deve riparare (ma di recente è stata cambiata) e alla presenza di operai da settimo livello. Sabotaggi, ricatti e azioni simili che - secondo De Franciscis - hanno una precisa regia. Cose da poco rispetto alle auto di rappresentanza delle quali si erano dotati direttore generale e conmpany e 'altri giochetti' relativi alle assunzioni 'sbagliate' per 30 volte. Assunzioni a tempo determinato che, una volta giunte davanti al giudice del Lavoro per errore, guardacaso dell'Acsa, si trasformavano in indeterminate in quanto la legge obbliga in questo senso il datore di lavoro. 'Il merdaio in cui ci troviamo' - ha aggiunto De Franciscis - è il frutto di 15 anni di gestione di una certa classe dirigente. Il ocmmissario dell'Acsa, affiancato dal direttore Antonio Limatola, ha anche stigmatizzato alcuni inopportuni interventi provenienti dalla Chiesa e qualche 'pseudo evangelista d'accatto'. Intanto si sta studiando la possibilità di mettere in mobilità alcuni dei 385 lavoratori ma la procedura che doveva portare da ente privato a Spa l'Acsa Ce 3 non sarebbe ancora formalizzata in pieno. Insomma, la protesta di stamani è diventata un boomerang per gli stessi lavoratori e rischia di aprire uno squarcio su diverse illegalità della passata gestione. Nefandezze amministrative che oggi vengono al pettine nella maniera più tragica. Per recuperare ricavi l'Acsa sta cercando di aumentare servizi - ha detto il direttore Limatola - anche tra grossi clienti privati. La situazione è incandescente e certamente avrà risvolti da scandalo. (6 marzo 2007-16:50)





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