Non cenna a placarsi la querelle scoppiata nei giorni scorsi in merito alla vicenda dell’allocazione sul territorio di Carinola di un sito per il compostaggio dei rifiuti. Decisione maturata su preciso accordo tra il sindaco Pasquale Di Biasio ed i vertici del consorzio Ce4 pur se lo stesso primo cittadino nega qualsiasi suo coinvolgimento, minacciando querele ed invocando le scuse del consigliere regionale di Fi, Paolo Romano che, attraverso una interrogazione consiliare inoltrata al governatore –commissario Antonio Bassolino, ha portato alla conoscenza di tutti una decisione che si voleva far passare in silenzio, nascondendola in particolar modo alla collettività. L’on. Paolo Romano, rientrato dopo un fine settimana trascorso lontano dalla provincia di Caserta per motivi istituzionali, rincara la dose riaprendo una polemica che in molti speravano ormai chiusa. «Il sindaco di Carinola invoca delle scuse? Piuttosto bene farebbe a ringraziarmi per averlo reso edotto di un qualcosa di estremamente rilevante che stava accadendo sul territorio che amministra e che colpevolmente ignorava o fingeva di ignorare per ragioni di puro comodo politico inscenando una richiesta di convocazione presso il commissariato di governo per saperne di più e dunque avere conferma della decisione di allocare un sito di compostaggio nella frazione Croce di Casale. Pasquale Di Biasio – incalza l’onorevole esponente di Fi – se avesse un po’ di dignità, bene farebbe a dimettersi dalla carica di sindaco per aver tradito la fiducia dei cittadini che lo hanno eletto e per aver minato alla salvaguardia ambientale del proprio territorio ed alla salute dei residenti. Dice di non sapere e mente in maniera spudorata calpestando la dignità del territorio carinolese e mortificando le intelligenze di quanti lo hanno sostenuto ed ancora lo sostengono. Perché? Perché nel consorzio Ce4 vi sono rappresentanti della sua stessa amministrazione comunale di centrosinistra, per di più esponenti del partito della Margherita di Carinola, ed è impossibile, pertanto, che quei suoi stessi ‘compagni’ non lo avessero informato o quantomeno non avessero chiesto la sua stessa disponibilità al raggiungimento di tale fine. E’ inutile, dunque, scaricare responsabilità su un ente strumentale, quale il Ce4, che è costituito da tecnici e professionisti che giustamente impiegano le loro energie per gli interessi dell’Ente. Se responsabilità possono essere addebitate al consorzio, esse certamente possono identificarsi in quelle di carattere politico in quanto si è fatto portatore di una progettualità positiva regionale ma non di certo provinciale, per la quale da tempo ci battiamo, per salvaguardare il territorio andando contro quella che è la politica gestionale dei rifiuti di cui si fanno promotori quegli stessi partiti da cui quei singoli componenti-amministratori sono stati indicati nel Cda».