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CONFINDUSTRIA CASERTA: CONCLUSO SEMINARIO SU RAPPORTO BANCHE-IMPRESE


Il rapporto banca-impresa è stato al centro di un seminario che si è svolto, oggi, presso Confindustria Caserta, organizzato dalla massima associazione datoriale di Terra di Lavoro con la collaborazione di Confindustria nazionale. All’incontro, il primo del centro sud, hanno partecipato cinquanta tra i più rappresentativi imprenditori e rappresentanti del mondo bancario di Campania e Calabria. Ai lavori, presieduti da Carlo Cicala, hanno relazionato Francesco Bellotti (presidente del Comitato tecnico per il credito riservato alle piccole e medie imprese), Gianfranco Terriero (direttore del Centro studi e ricerche dell’Associazione delle banche italiane), Luigi Gargiulo (presidente della Commissione Abi della regione Campania), Marcello Calbiani (presidente della Commissione Abi della regione Calabria), Rosario Caputo (vicepresidente di Confindustria Caserta delegato al Credito) e Stefania Brancaccio (presidente della Piccola Industria di Confindustria Caserta), che ha portato i saluti dell’associazione ai convenuti. L’incontro ha preso il via dalla verifica con i grandi istituti bancari nazionali presenti sul territorio dell’attuazione dei protocolli siglati da Confindustria con l’Abi nel novembre del 2004, per assumere – nel ricco ed articolato dibattito che ne è seguito – un confronto serrato sulle problematiche che assillano, in materia, soprattutto le piccole imprese. A cominciare dal costo del denaro, che al Sud continua ad essere di un punto maggiore rispetto al Nord. In questo senso, il presidente Cicala, pur sottolineando una mutata attenzione da parte del mondo bancario, non ha potuto fare a meno di sottolineare come possa apparire quasi paradossale”parlare di problemi legati al sistema creditizio in un paese che le banche le ha inventate”, per poi concludere con le parole che Thomas Mann fa dire al protagonista della Montagna Incantata: “Voi italiani avete inventato i cambi e le banche, che Dio ve lo perdoni”. Un modo elegante, evidentemente, per dire che, soprattutto per quanto riguarda l’accesso al credito, le cose non vanno come dovrebbero. E una banca moderna, soprattutto al Sud, “non dovrebbe essere solo erogatrice di credito, ma partner delle industrie locali nella crescita economica, con una mentalità all’americana, cioè pronta ad assumere i rischi del progetto”. Certo, ha sottolineato Bellotti, in questi anni le banche hanno subito una profonda trasformazione. E tuttavia nell’ambito di questo cambiamento – ha detto il vicepresidente nazionale di Confindustria – “noi vorremmo vederle come aziende che parlano con altre aziende”. Ricco di dati, ovviamente, il contributo dato dai tecnici alla discussione. La dinamica su base annua dei finanziamenti alle imprese è risultata alla fine di dicembre 2006 pari al + 12,4%, il valore più elevato degli ultimi sei anni. In questo ambito, con riferimento ai finanziamenti in capo ai settori produttivi (imprese non finanziare e famiglie produttrici) non mancano peraltro sorprese. La ripartizione per macroarea geografica, al settembre 2006 segnala, per esempio, un tasso di crescita su base annua nel Nord pari al + 8,1%, allo +9,45% nel Centro e pari addirittura al 10,3% nel Mezzogiorno. Dato che non impedisce a Giuseppe Speziali, presidente di Confindustria Catanzaro, di constatare: “Ho uno stabilimento anche in Toscana, l’azienda è la stessa, ma vi assicuro che il trattamento delle banche è diverso”. Occorre, è stata la constatazione più o meno unanime, un complessivo salto culturale, non soltanto da parte delle imprese ma anche delle banche. “E soprattutto – ha sottolineato Caputo – sviluppare quei prodotti innovativi capaci effettivamente di aiutare a crescere e patrimonializzare le piccole aziende”. Al dibattito sono intervenuti Luigi Gorga (Banca Intesa-San Paolo), Rocco Amabile (Banca della Campania), Francesco Grillo (Bcc Alto Casertano e Frusinate), Amabile Guzzo (Bcc di Casagiove), Francesco Dodaro (Confindustria Cosenza), Massimo Amoroso (Unione industriali Napoli), Ugo Malasomma (Banca Promos) e Andrea Funari (Centro studi Confindustria Caserta). (20 febbraio 2007-17:40)

 
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