La Guardia di Finanza di Caserta è costantemente impegnata nella difesa della finanza pubblica e nel contrasto a tutte le forme di illegalità che recano pregiudizio alle entrate ed alle uscite dei bilanci dello Stato e dell’Unione Europea.
In tale contesto, le Fiamme Gialle della Tenenza di Mondragone, nello svolgimento delle attività di servizio di polizia economica e finanziaria hanno attuato una penetrante azione di intelligence sul territorio, tesa all’acquisizione di dati ed elementi utili all’individuazione di soggetti da controllare.
Si è trattato di un’attività di servizio che la Tenenza di Mondragone ha rivolto a tutela delle entrate tributarie, sia dirette che indirette e che ha portato alla individuazione di un sodalizio particolarmente pericoloso. Infatti, è stato scoperto come, attraverso la costituzione di una fantomatica società di persone operante in Mondragone nell’settore dell’abbigliamento, veniva realizzata una truffa ai danni dello Stato ed un’evasione che dagli investigatori è stata quantificata in 3 milioni di euro in materia di imposte dirette e di 600 mila euro all’I.V.A..
In sostanza, tale associazione criminale era dedita all’introduzione nel territorio nazionale di merce proveniente dalla Spagna, dalla Francia e dalla Repubblica di San Marino, attraverso un ingegnoso sistema di frode fiscale, comunemente conosciuta come “frode carosello”, posta in essere in violazione alla disciplina della libera concorrenza e del mercato.
Il sodalizio, formato da 8 persone, tra cui tre commercialisti (due di Napoli e uno di Ottaviano) e due pluripregiudicati (uno di Arzano e l’altro di Mondragone), di cui uno, fiancheggiatore del clan camorristico La Torre, attraverso una serie di atti falsi destinati a provare la pubblica fede, predisposti da un notaio di Napoli, avevano creato la citata società “ad hoc”. Quest’ultima, priva di patrimonio sociale, retta ufficialmente da “teste di legno” (persone, peraltro gravate da numerosi precedenti penali) era gestita da amministratori di fatto che non comparendo direttamente, avevano cercato di realizzare la frode all’IVA e di rendere difficile per lo Stato recuperare le imposte non pagate.
La società, infatti, veniva interposta tra i fornitori esteri e gli effettivi acquirenti italiani destinatari finali della merce, in modo da sfruttare il regime I.V.A. agevolato in materia di operazioni commerciali intracomunitarie ed importazioni senza addebito d’imposta.
I responsabili della frode sono stati denunciati alla competente Autorità Giudiziaria per associazione a delinquere finalizzata all’evasione all’I.V.A. intracomunitaria ed alla truffa ai danni dello Stato, per i delitti di falsità materiale e ideologica in atti pubblici e privati, nonché per i reati tributari contemplati dal D.Lgs. n. 74/2000. (2 febbraio 2007-14:42)
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