L'iniziativa è sostenuta dalla sezione Agroalimentare di Confindustria Caserta, in qualità di soggetto capofila (la delega di rappresentante è stata assegnata a Bruno Cortese, presidente della sezione), dalla Provincia di Caserta (presente l'assessore alla Attività produttive Francesco Capobianco e all'Agricoltura Domenico Dell'Aquila), dal Consorzio di Tutela Mozzarella di bufala campana, Associazione nazionale specie bufalina (Ansb), Università di Caserta, Sviluppo Italia Campania, Istituto sperimentale zootecnia di Roma, Scuola d'Impresa, Gafi Sud, Associazione cuochi, Confcommercio e Confesercenti, Confagricoltura, Coldiretti e Cia, Confartigianato e Confapi, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal. L'iniziativa è tesa, evidentemente, alla predisposizione di un piano di attività formative di elevata qualità, finalizzato a potenziare la competitività del comparto bufalino nelle aree dop della Campania (Mozzarella di bufala, ricotta di bufala e carne di bufalo). E, dunque, a incrementare redditività ed occupazione del comparto e a ridurre gli impatti ambientali. Da qui la scelta della tipologia di Pfl di filiera (anziché territoriale), che è stata ritenuta dai promotori più adatta a soddisfare le esigenze ed a far leva sulle potenzialità del comparto. L'iniziativa, del resto, nasce appunto dalla necessità di integrare gli sforzi e di qualificare le risorse umane delle diverse parti della filiera. Non escluso il maggior coinvolgimento degli operatori della Grande Distribuzione e della ristorazione tipica, che avranno - secondo i promotori del patto formativo - sempre più un ruolo propulsivo e determinante nel processo di valorizzazione commerciale dei prodotti del comparto. Gli obiettivi del patto formativo locale della filiera bufalina dovranno essere raggiunti attraverso un efficace programma di formazione ed addestramento teorico e pratico degli addetti del comparto, i cui contenuti saranno indirizzati a favorire il miglioramento dei risultati delle imprese, a tutti i livelli della filiera. Gli obiettivi che il Pfl intende raggiungere sono stati elencati dal rappresentante del Patto, Bruno Cortese: "L'iniziativa - ha detto - dovrà valorizzare le produzioni attraverso il miglioramento delle garanzie e delle performance qualitative. In questo senso, un aspetto impartente sarà riservato all'innovazione di processo e di prodotto oltre che ad un miglioramento dell'immagine e della comunicazione del comparto. Infine, aspetto non secondario, grande attenzione sarà riservato alla diversificazione dell'offerta gastronomica oltre che all'adozione di soluzioni e di tecniche produttive, nonché di procedure di verifica, per il miglioramento la sostenibilità ambientale della filiera". Nel sottolineare "l'importanza di fare squadra, di muoversi unitariamente come attori e protagonisti del territorio - ha sottolineato l'assessore Capobianco - il patto formativo deve poggiare su idee forti capaci di creare effettiva occupazione". (23 gennaio 2007-21:25)