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MOGLI CASERTANE DISPOSTE AL PART-TIME PER STARE IN FAMIGLIA


Il sessanta per cento delle mogli casertane che lavorano lascerebbe l’impiego o sceglierebbe di impegnarsi solo part time (45%) se potesse per poter essere più presente in famiglia e con i figli. Ma se gli si chiede se invidia la casalinga, la mamma che lavora preferisce tenersi il suo impiego. D’altro canto se c’è una cosa che critica a Caserta la donna in carriera, sono i tempi della città (45%), se fossero diversi sarebbe facilitato pure il suo lavoro in famiglia e l’inesistenza dei mezzi pubblici (30%), che aggravano i ritardi e non rendono più semplici i collegamenti. Sono alcune dei dati che escono fuori dalla ricerca condotta dal Movimento femminile della Margherita di Caserta su “Famiglia, educazione, scuola”, su un campione casuale e rappresentativo di docenti, impiegate, dirigenti d’azienza e d’ufficio e operaie del capoluogo. La ricerca è stata guidata dalla professoressa Lia Pannitti e realizzata con la collaborazione di Flavia Bergamasco, Anna Cuccaro, Dolores Peduto, Anna Dello Stritto, Elisa Rossetti, Linda Iannone, Rosaria Calabrese, Francesca Sapone, Carmen Posillipo. Persiste al Sud e a Caserta in particolare, poi, che lo stipendio del marito sia più alto di quello della moglie (50%); mentre se le mamme di famiglia dovessero intervenire in prima persona nella vita casertana, la prima cosa che farebbero sarebbe elevare gli stanziamenti per asili e strutture per giovani. La condizione di solitudine della donne in famiglia, inoltre è sottolineata dalla scelta di rivolgersi alla mamma (45%) se per caso in presenza di un impegno improvviso, si ha per esempio, da badare ad un figlio malato. Mentre solo il 15% decide di rivolgersi al marito. Il settanta per cento delle donne ritiene inoltre che la famiglia ideale sia composta da due o più figli, mentre il padre ideale (50%) è quello che è presente nella vita di tutti i giorni della famiglia, della moglie e dei figli. La qualità più apprezzata nei mariti (48%) è la solidità della propria persona, intesa da un punto di vista di autorevolezza intrinseca del maschio. Mentre non è molto apprezzata l’autorità (solo il 20% la sceglie). L’aspetto maggiormente disapprovato del consorte è l’ossessione del lavoro (35%) e l’assenza dalla vita della casa (35%). Resta il pranzo domenicale il rito più bello per la famiglia (45%), seguito dalla tranquilla e ricca prima colazione domenicale, prima di andare a messa. Disegna una famiglia moderna, a metà tra tradizione e innovazione la ricerca delle donne della Margherita, fortemente voluta come campione prova dalla parlamentare casertana Rosa Suppa, avvocato e responsabile regionale delle donne della Margherita, a mo di esempio, a Caserta. “La Margherita tiene e terrà sempre la famiglia al primo posto – ha spiegato la Suppa alla presenza del presidente provinciale della Margherita Piero Squaglia – anche se dovrà accingersi a tutelare nuove forme di unione in futuro. Ma la famiglia è il nostro caposaldo, perciò intendiamo conoscerla per capirla ed aiutarla meglio. La ricerca, dopo Caserta, proseguirà in tutti i capoluoghi della Campania”. Due risposte alla ricerca le hanno immediatamente fornite i due assessori casertani della Margherita Antonio Ciontoli e Arturo Gigliofiorito. Ciontoli ha messo in evidenza che ha istituito l’Ufficio per i Tempi della città di Caserta per venire incontro alle esigenze delle donne mamme e delle famiglie e rendere più vivibile la città. Gigliofiorito ha sottolineato che da gennaio 2007 ci saranno incontri periodici con le associazioni femminili in Comune, sedi di partito e associative, per favorire un migliore coinvolgimento delle donne nella vita sociale e favorirle in famiglia. Tra le altre curiosità emerse dalla ricerca il fatto che la donna si ritira a casa nella metà dei casi prima del marito e che i consorti (55%) non aiutano molto in famiglia; e che le moglie non escono quasi mai senza il marito (60% dei casi). (30 dicembre 2006-20:16)

 
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