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CAMORRA, LATITANTE 'A CASA SUA': ARRESTATO BOSS SEBASTIANO PANARO


Il piano di fuga attraverso i tetti, programmato nel caso che le forze dell'ordine avessero scoperto il suo rifugio, non è stato efficace perché i carabinieri lo hanno colto di sorpresa precludendogli ogni via di scampo. E' tornato così in carcere Sebastiano Panaro, soprannominato 'Cammardone', 37 anni, di Casal di Principe, ritenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e dai carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, tra i più pericolosi latitanti appartenenti alla criminalità organizzata del casertano. Considerato capozona a Casale di Principe, insieme con il cugino Nicola, del clan dei Casalesi, la potente organizzazione criminale ancora capeggiata, secondo gli investigatori, da Francesco Schiavone, detto 'Sandokan', in carcere da anni, l'arrestato era latitante dal settembre dello scorso anno perché destinatario di più ordinanze di custodia cautelare in carcere con l'accusa di associazione per delinquere di tipo camorristico, omicidio, estorsioni ed altri reati contro il patrimonio. Per questi reati era stato condannato in primo grado all'ergastolo nel processo denominato 'Spartacus', nel quale furono coinvolte oltre 200 persone, tra cui anche esponenti politici, amministratori, professionisti e dipendenti pubblici e numerosi affiliati alla cosca dei Casalesi. Sebastiano Panaro era riuscito a sottrarsi alla cattura e aveva trovato, solo da qualche tempo rifugio a Casal di principe, nell'abitazione di un impiegato, Nicola Zara, di 54 anni, del luogo, bloccato anche lui, mentre attraverso una scala di legno, appoggiata al muro, nel retro dell'edificio, tentava di raggiungere i tetti e quindi sottrarsi alla cattura. I carabinieri lo hanno arrestato con l'accusa di favoreggiamento. L'abitazione di Zara era tenuta sotto osservazione da qualche tempo perché, a conclusione di indagini ed appostamenti, coordinati dalla Dda, i carabinieri erano riusciti a localizzare il nascondiglio del latitante. Sebastiano Panaro è stato accusato dai pentiti di essere tra i responsabili dell'uccisione di Vincenzo De Falco, detto 'o fuggiasco', vittima di un agguato mentre viaggiava a bordo di un'auto sulla Nola-Villa Literno. Alcuni pentiti, secondo quanto si è appreso, lo ritengono coinvolto anche in altri omicidi. L'arrestato è stato chiuso nel carcere di S.Maria Capua Vetere. Secondo Franco Roberti, procuratore aggiunto di Napoli e coordinatore della Dda, "é stato messo a segno un colpo importante. Il clan dei Casalesi è sicuramente l'organizzazione criminale più antica, sanguinaria e pericolosa della Campania".

Un altro arresto

Un pregiudicato, Giuseppe Guerra, di 38 anni, di san Marcellino, pregiudicato per reati contro il patrimonio e la persona, e ritenuto legato al clan camorristico dei "casalesi", è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di associazione per delinquere di tipo camorristico ed estorsione. Guerra, in particolare, è accusato di avere imposto tangenti ad un imprenditore della zona. L'ordine di carcerazione nei confronti di Guerra è stato emesso dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere. Il pregiudicato è stato chiuso nel carcere di S.Maria Capua Vetere. - (12 dicembre 2006-18:53)

 
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