Ospitiamo un intervento di Dante Stefano Del Vecchio, responsabile della comunicazione della Camera di Commercio di Caserta, che ci scrive per chiarirci il senso di un comunicato dove era stata citata la Polonia come paese extraeuropeo

Grazie della pubblicità che mi viene concessa con la vostra pagina, ma credo e spero, mi sia concesso specificare con attenzione quel passaggio nel comunicato stampa che mi è stato annotato maliziosamente. Per quanto riguarda la Polonia è una nazione a pieno titolo presente nel parlamento europeo ed è parte integrante dell'Unione Europea, sotto il profilo politico istituzionale, mentre è ancora da perfezionare il profilo economico monetario e della sicurezza. Brevemente voglio solo ricordare, in particolare per le imprese alle quali mi rivolgo per "deformazione professionale", che in Polonia non c'è ancora l'euro e che la Polonia deve definire in piano nazionale di transizione per aderire alle politiche economiche e monetarie (adeguamento dei tassi di conversione, tutela dei consumatori, definizione di regole di bilancio in applicazione del cambio euro - dollaro ecc.). Inoltre, ricordo che la Polonia non ha ancora aderito al trattato di Schengen, trattato che riguarda diversi aspetti relativi alla sicurezza in ordine alla libera circolazione delle persone tra stati Ue e non Ue. Sicuramente avrei dovuto evitare semplificazioni giornalistiche, vista l'attenzione che mi riserva quando lo trova utile e conveniente! Cordiali saluti.
(30 novembre 2006-21:30)

Risponde la redazione:
Caro Dante, Ti ringraziamo per il Tuo intervento, ma anche a noi è capitato talvolta - in merito all'Ue - di prendere qualche abbaglio. A tal fine ci è risultato utile un approfondimento sul sito ufficiale dell'Unione europea qui che in primo luogo ci ha aiutato a comprendere meglio i termini ed il significato stesso del concetto di adesione (che comporta ipso facto l'accettazione di tutti i principi fondamentali). Altrettanto brevemente, poi, riteniamo che alle imprese alle quali l'Ente si rivolge, interessi soprattutto sapere che la Polonia sia a tutti gli effetti (e da più di due anni e mezzo) uno dei 25 Stati membri dell'Ue. E che, in conseguenza di ciò, l'import-export da e verso il Paese non sia gravato da dazi o oneri aggiuntivi. Poco conta, invece, dal loro punto di vista, che i dieci nuovi Stati membri (Repubblica Ceca, Estonia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta,Polonia,Slovenia e Slovacchia) non adotteranno immediatamente l'euro come moneta, in quanto dovranno in un primo tempo dimostrare la convergenza fra le loro economie e quella della zona euro. Quando avranno raggiunto dei risultati economici e di bilancio che apporteranno la prova di tale convergenza, aderiranno alla moneta unica secondo le procedure previste dal trattato. Durante i negoziati d'adesione, conclusi nel dicembre 2002 a Copenhagen, nessuno dei Paesi candidati ha chiesto una deroga, né è stata accordata alcuna clausola d'eccezione (opt-out) come quelle concesse alla Danimarca e al Regno Unito. Ciò significa che i nuovi Stati membri saranno tenuti ad adottare l'euro come moneta unica una volta soddisfatti i criteri di convergenza. D'altro canto, come certamente saprai, non sono i soli. A parte la Gran Bretagna e la Danimarca, ci sono pure Grecia e Svezia che - non soddisfacendo le condizioni necessarie per l'adozione della moneta unica - sono state oggetto della deroga di cui all'articolo 122 del trattato. Completamente infondata, invece, ci risulta l'informazione riguardo a Schengen: i dieci nuovi Stati membri hanno infatti tutti aderito all'Acquis (trattato fondamentale) di Schengen. Tuttavia l'eliminazione dei controlli alle frontiere di questi Paesi deve avvenire mediante decisione del Consiglio dell'Unione europea. Abbiamo verificato direttamente come si può vedere qui. Al di là di tutto è sempre un piacere avere un proficuo scambio di informazioni. Con molti cordiali saluti (C7)