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CASERTA, CAMORRA: IL CLAN DEI LA TORRE SI STAVA RIGENERANDO. 10 ARRESTI


Associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione pluriaggravata anche dal metodo mafioso. Questi i reati contestati alle dieci persone del mondragonese, ritenute legati ad un clan camorristico operante sul litorale domiziano, tra Cellole e Mondragone, nei confronti delle quali la Direzione Distrettuale Antimafia ha emesso decreti di fermo. I provvedimenti sono stati eseguiti dai Carabinieri di Mondragone, della Prima Brigata Mobile di Bari, che opera di supporto alla locale "Compagnia", e da un equipaggio di un elicottero dell'Arma, nei confronti di un gruppo di pregiudicati che - come hanno sottolineato in una conferenza stampa il pm della DDA, Raffaele Cantone ed il comandante dei carabinieri Caserta, col. Carmelo Burgio - hanno ricostituito nella zona di Mondragone ' una organizzazione criminale sulle ceneri del clan 'LaTorré", un clan, quest'ultimo, egemone per anni sul territorio mondragonese, ma disarticolato da arresti e pesanti condanne dei vertici dell'organizzazione. Il nuovo sodalizio camorristico - ha spiegato Cantone, che ha coordinato le indagini dei carabinieri - si è insediato nella zona e "rappresenta l'ideale continuazione di quello precedente, da cui ha ereditato alcuni affiliati, molte delle illecite attività, soprattutto le estorsioni e conservato, tra l'altro, le alleanze con altri gruppi malavitosi legati ai clan dei 'casalesi' e degli Esposito, i cosiddetti 'muzzoni' di Sessa Aurunca". L'emissione dei provvedimenti restrittivi eseguiti oggi, sono il frutto di intercettazioni telefoniche ed ambientali dei Carabinieri di Mondragone ma anche del prezioso contributo di due collaboratori di giustizia, soprattutto di Carmine Falace, che, da autentico infiltrato, con le sue testimonianze, basate anche su registrazioni di colloqui con gli affiliati, è riuscito a fornire preziose informazioni agli investigatori. Falace, in passato uomo di fiducia dei La Torre, per anni custode del parco "Pineta Prisconte", e, dunque, al di sopra di ogni sospetto, è riuscito a documentare l'attività della nuova associazione per delinquere tra la fine dello scorso anno ed i primi mesi del 2006. Il risultato del suo lavoro, ha trovato piena rispondenza con le dichiarazione di un altro collaboratore di giustizia, Antonio De Martino, originario di Mondragone ma organico negli scorsi anni ai "muzzone" di Sessa Aurunca, per conto dei quali aveva in più di un'occasione mediato tra il suo clan e quello dei La Torre. Al vertice di questa nuova aggregazione di malavitosi, secondo Carabinieri e DDA, si troverebbe Angelo Gagliardi, detto "Mangianastri", che avrebbe impartito ordini e direttive dal carcere, nonostante sia detenuto in regime di "41 bis". Estorsioni, che gli investigatori hanno definito "a tappeto" e che non risparmiavano neanche condomini, tra cui quello di cui Falace era custode, ma anche spaccio di droga, soprattutto cocaina e hashish, erano le attività prevalenti dell'organizzazione formata, dunque, da ex del clan La Torre, arrestati e rimessi in libertà come Antonio Della Valle,Roberto Pagliuca e Giovanni Bova, ma anche da nuove leve, scelte tra vecchi fiancheggiatori del clan La Torre, tra cui Giuseppe Perfetto, detto "Peppino" e da altri elementi, risultati imparentati con i vertici del clan, tra cui Raffaele Gagliardi, figlio di Angelo ed il genero di quest'ultimo, Salvatore Gallo. I destinatari dei provvedimenti cautelari oltre ad Angelo Gagliardi, attualmente detenuto, sono stati Giuseppe Perfetto di 60 anni, Giuseppe Vellucci, di 44 anni, Giovanni Bova, di 28 anni, Tommaso Della Valle, di 43 anni, Roberto Pagliuca, di 31 anni, Vincenzo palombo, di 33 anni, Antonio Marotta, di 33 anni, Giuseppe Tuccelli, di 31 anni, Salvatore Gallo,di 31 anni e Raffaele Gagliardi, di 26 anni. (29 novembre 2006-16:23)

 
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