Proseguono gli appuntamenti “preparatori” in vista del Premio Capua “Follaro d’Oro 2006”, che il prossimo primo dicembre sarà assegnato a Padre Michele Piccirillo. Venerdì 17 Novembre a partire dalle 18:30 a Palazzo Fazio di Capua è previsto l’attesissimo incontro con lo scrittore e giornalista Franco Scaglia. L’attuale Presidente di RAI Cinema non a caso è stato scelto dagli organizzatori del Follaro d’Oro”, la Cooperativa Capuanova e la Libreria Uthòpia, in quanto può vantare un’amicizia lunga ben 24 anni col francescano casertano. Un rapporto nato per caso quando Scaglia propose un'intervista a Piccirillo per un suo documentario sul viaggio di Gesù.
”Ero un cattolico problematico allora- racconta lo scrittore -e padre Michele non amava i giornalisti, diceva che gli facevano perdere tempo. Ma tra noi funzionò e nacque un'amicizia che per me significò anche il superamento della mia crisi religiosa”. Non solo, a contatto con la complicata realtà politico-religiosa di Gerusalemme e della Giordania, dove Scaglia è tornato più volte nel corso degli anni e dove si è sposato (con l'attrice teatrale Mascia Musi, rito celebrato naturalmente da padre Piccirillo), un altro grande cambiamento si è verificato nella sua vita. Da scrittore di nicchia si è trasformato in autore di best-seller, modello dichiarato John LeCarré (“Perché al contrario di quel genio della trama che è Ken Follett, LeCarré è anche uno scrittore profondo”). Ma un ulteriore elemento che rende davvero unica l’amicizia fra il giornalista ed il francescano-archeologo, è la “reinvenzione” di Padre Michele in protagonista di tre romanzi dello stesso Scaglia: “Il custode dell'acqua” (vincitore del Super Campiello due anni fa), Il gabbiano di sale e L’oro di Mosè ( quest’ultimo da poco uscito). Divenuto Matteo, il francescano si trova al centro di intrighi internazionali che contribuisce a svelare dopo rocambolesche vicissitudini. Al di là dei colpi di scena il lettore impara qualcosa di penetrante sullo scontro delle civiltà e i conflitti israelo-palestinesi, senza mai perdere di vista ciò che sta più a cuore all'autore, una costante riflessione sul male e sulla figura di Cristo come incarnazione suprema del bene. “Mi rendo conto- dice Scaglia- che la mia problematica religiosa mi espone al ridicolo rispetto a chi non ha fede. Ma per me il dibattito sul modo di vivere la fede, che nei libri ho rappresentato in due personaggi contrapposti, una suora, Lucia, e padre Matteo, è centrale”. Aggiunge che la fede è una cosa molto semplice, “non c'è bisogno di profondità per attingervi”, e per questo è così affascinato da Piccirillo e dai nudi paesaggi della Terrasanta. Un incontro, dunque, davvero unico quello di venerdì prossimo per entrare nel mondo variegato di Padre Michele Piccirillo che con la sua semplicità disarmante si è sempre detto divertito del fatto di essere diventato un personaggio letterario. (16 novembre 2006-16:15)
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