Come è, ormai, ben noto il D.L. 258/2006 (Decreto Bersani) prevede che professionisti, società di persone e ditte individuali, quali commercianti, agricoltori e piccoli artigiani, con Partita IVA devono provvedere agli adempimenti fiscali per via telematica e devono essere intestatari di un conto corrente bancario sul quale deve essere movimentata l’attività economica della ditta.
Tanto premesso, si precisa, però, che il maggior numero delle suddette ditte individuali, sono per lo più piccolissime, ma rappresentano, nel contempo, il tessuto economico più rilevante del nostro Comune e che la stragrande maggioranza di queste ditte (agricoltori, piccoli commercianti ed artigiani) sono in massima parte persone di un’età che supera i 40 anni e senza una cultura di base in informatica, tale che gli consenta di adempiere compiutamente a tali adempimenti.
Tenuto conto, inoltre, che i costi che devono sostenere per detti adempimenti, senza incorrere in onerose sanzioni, sono molto rilevanti, in rapporto al loro reddito (si deve pagare circa € 500 annuo), è presumibile che moltissimi saranno costretti a chiudere la Partita IVA. Ciò, in teoria, comporta un altro problema, in quanto gli stessi agricoltori godono di aiuti comunitari connessi alla coltivazione dei prodotti tipici del nostro Comune e, l’eventuale, cessazione della Partita IVA provocherà anche la fine di tali benefici, pur rimanendo in atto le coltivazioni suddette. Naturalmente tale abbandono provoca l’omissione di un considerevole flusso di valuta della Comunità Europea, provocando anche un danno economico alla nostra economia.
Tale situazione si riscontra in tutti i Comuni d’Italia dove viene esercitata in prevalenza l’attività di agricoltura ed artigianato e si è accertato che l’applicazione del suddetto decreto potrebbe portare qualche beneficio solo temporaneo alle banche ed ai professionisti della consulenza (questi ultimi, tra l’altro, si troverebbero oberatissimi di lavoro per il solo periodo necessario alla cancellazione)
Per tutte le motivazioni sopra esposte il Consiglio del Comune di Cancello ed Arnone, condividendo le esigenze della popolazione, ha deciso di approvare una mozione affinchè vengano rivisti i contenuti del D.L. 258/2006; copia del relativo deliberato è stata trasmessa al Governo della Repubblica, onde venga fatto un atto di giustizia nei confronti di queste classi produttive del Paese che, dalla applicazione del decreto in questione, verrebbero danneggiate in modo irreversibile con evidente ripercussione su tutta l’economia nazionale.
A tale scopo, l’atto in questione è stato trasmesso anche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Capi Gruppi di Camera e Senato. (30 ottobre 2006-16:20)
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