(di Mario Tudisco) - Sandro De Franciscis, da oltre un anno e mezzo presidente della Provincia, è oggi come oggi l'uomo politico più potente di Terra di Lavoro come ha dimostrato imponendo il suo fedelissimo Nicodemo Petteruti sullo scranno più alto di Palazzo Castropignano a dispetto delle corazzate del centrosinistra pro Alois e di una Casa delle Libertà che si era illusa di rimediare alla emorragia di uomini e di consensi puntando tutto, o quasi tutto, sulla signorilinità del prefetto-gentiluomo Paolino Maddaloni. Detto questo, la sconfitta casertana del centrodestra meriterebbe comunque una analisi più approfondita e articolata, chiunque mastica di politica ha capito che il successore di Riccardo Ventre non è un uomo che si accontenta facilmente. Nè tantomeno è abituato a dormire sugli allori conquistati. Tanto è vero che lo stesso De Franciscis sta realizzando altri due progetti di primo ordine, in grado, qualora gli riuscissero, di trasformarlo nel Bassolino di Caserta, nel padre padrone ossia di una provincia dove i veri leaders si contano sulle dita di una mano. E dove, da più parti, veniva invocata la creazione ex novo di un uomo forte in grado di prendere decisioni e di imporle finanche a un elettorato non sempre sensibile alle novità. Il primo progetto, udite udite, riguarda l'organizzazione di un partito del presidente completamente trasversale alle due coalizioni principali come testimoniano le adesioni in divenire di un piccolo platoncino di ex centristi e di ex forzisti intenzionati a cambiare aria. E, in modo molto italico, decisissimi a salire sul carro del vincitore. Il secondo progetto dell'ex portavoce nazionale dell'Udeur (amato e odiato dal Clemente ministro di giustizia) consiste nel ripetere l'esperimento casertano anche nella storica Santa Maria Capua Vetere dove per l'occorenza il presidente ha individuato in Nicola Mirra (ex candidato parlamentare dell'Ulivo nel 2001) e nella Di Muro's dinasty gli interlocutori di uno schieramento tanto insidioso quando trasversale a ogni logica di appartenenza e di rappresentanza. La domanda sorge davvero spontanea: se De Franciscis dovesse espugnare anche la roccaforte sammaritana chi riuscirà, sia tra le file del centrosinistra che tra quelle del centrodestra, ad arginare l'escalation senza precedente di un politico che sta iniziando a sognare per se la successione ad Antonio Bassolino nel cuore di Palazzo Santa Lucia? (1° settembre 2006-10:50)
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