(di Riicardo Ventre, Eurodeputato) - Cosa sta succedendo in Italia? Può sembrare un interrogativo sciocco ma parte d’istinto se solo ci si soffermiamo a riflettere sulle notizie che apprendiamo dalla stampa, nazionale e non, alcune delle quali con ampi risalti, altre con meno ma solo perché riferite al nostro territorio e quindi ad ambito strettamente locale. In ambedue i casi, comunque, fatti importanti e gravi. In questi giorni assistiamo ad un elevatissimo numero di perdite di vita umane. Si tratta di clandestini che cercano di raggiungere le nostre coste. Certo è un fenomeno da sempre esistito, che il centro destra ha in qualche modo tentato di arginare. Numerose polemiche sono state fatte sulla legge Bossi Fini; due cose sono certe, la prima è che almeno il centro destra ha tentato porre qualche freno e rimedio al problema la seconda riguarda la perfettibilità della legge stessa. Al contrario la sua abolizione lascerebbe un vuoto. Del resto anche all’interno dell’Unione, come al solito, la visione della cosa è tutt’altro che univoca e c’è chi propone delle modifiche e chi, come la sinistra radicale, è per il suo azzeramento. Ma quali sono, a monte, le ragioni dell’aumento di sbarchi sulle nostre coste? A me sembra che le dichiarazioni del centro sinistra in genere, le azioni poste in essere (vedi la recente sanatoria che ha regolarizzato circa 350.000 immigrati), nonché il disegno di legge, approvato dal consiglio dei ministri, in merito al dimezzamento del tempo necessario per l’ottenimento della cittadinanza italiana, rappresentino incentivi a far raggiungere l’Italia ad ogni costo. Ed ancora oggi, nonostante quanto si stia verificando, la sinistra radicale continua a parlare di chiusura dei centri di accoglienza. Ma costoro leggono le cronache dei giornali? Solo negli ultimissimi giorni abbiamo letto della ragazza ammazzata in chiesa da un cileno, del pittore ucciso a coltellate e l’indiziato è un maghrebino, dell’atroce delitto di Hina ad opera del padre, dello stupro di una donna ad opera di un extracomunitario, di due romeni che hanno tentato di rapire, davanti agli occhi del padre, un bambino in Puglia. Questa è parte della cronaca, che ha avuto risonanza nazionale, degli ultimi due-tre giorni, ma andando indietro nel tempo potremmo citarne tanti e tanti altri ancora di crimini simili. E’ anche vero che per colpa di alcuni non si può additare un’intera popolazione di immigrati. Ed allora, come ho già avuto modo di dire, noi non siamo contrari all’immigrazione, anche perché comprendiamo le ragioni e ricordiamo l’emigrazione di tanti nostri fratelli, soprattutto nel passato. Del resto quando ero presidente della provincia ci adoperammo per la nascita a Caserta del consiglio provinciale degli immigrati, il primo in Italia, che aveva proprio lo scopo di creare un collegamento con tali lavoratori ed una loro integrazione nel tessuto sociale. Noi però chiediamo che vengano rispettate le nostre leggi e le nostre consuetudini, che venga rispettata la figura della donna, che venga rispettato il nostro Credo e che chi viene da noi apprenda almeno i rudimenti della nostra lingua e delle nostre regole di civile convivenza. Ed a fronte di tali obblighi i nostri obblighi di Paese ospitante: dare loro la dignità che spetta agli esseri umani. Al di fuori di queste ipotesi il voler aprire a tutti i costi i nostri confini, e voler così spalancare le porte agli immigrati, come ha detto l’attuale Ministro Ferrero poco dopo la sua nomina al Dicastero della Solidarietà Sociale, non vuole dimostrare altro che quella falsa ipocrisia e falso buonismo che poi deve fare i conti con i problemi gravi che ci troviamo a fronteggiare giorno per giorno. E’ inutile fare lotte politiche, o peggio ancora partitiche, sulla vita di questi nostri poveri fratelli, meno fortunati di noi; credo che la solidarietà debba essere, ed in un certo senso lo è, appannaggio di ogni Partito che ha vita nel nostro Paese. La diversità del modo di attuarla deve spingere ogni politico di buona volontà a non fare crociate in nome di un’astratta idealità bensì di guardare con realismo in faccia alla realtà e porsi man mano degli obiettivi realistici da raggiungere. Solo così potremo sentirci uomini, politici e amministratori al tempo stesso. (24 agosto 2006-16:10)