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OMICIDIO PAKISTANA, NEMMENO A CASERTA LA VOCE DI FEMMINISTE E PACIFISTE


(da: Velino) - Le femministe vanno in vacanza e si dimenticano di protestare contro l’omicidio della giovane pachistana. Mentre gli ambientalisti sembrano trascurare i rischi di una deriva nucleare - anche militare - in Iran, nonostante contro il nucleare civile in Italia abbiano alzato una barriera che appare insormontabile. “Per guardare l’albero si finisce con il perdere di vista la foresta”, commenta Carlo Ripa di Meana, presidente di Italia nostra ed esponente storico dell’associazionismo ambientalista, che aggiunge: “Il movimento ecologista nei decenni scorsi dopo le moratorie nucleari in Italia e lo smantellamento di parte degli arsenali atomici successivo alla caduta del Muro di Berlino, ha dato priorità assoluta alle battaglie civili. Così facendo ha finito per svolgere una politica sbagliata perché la cultura ambientalista recita che si debba pensare globalmente”. A preoccupare di più Ripa di Meana è il silenzio attorno al riarmo nucleare dell’Iran. “La cultura ecologista italiana – dichiara il presidente di Italia nostra - deve prendere apertamente posizione e non può più restare zitta. Gli ambientalisti, compreso il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, che si preoccupano dei danni sulle spiagge del Libano causate dal versamento di oli combustibili dalle cisterne, dovrebbero cominciare a uscire allo scoperto contro la pericolosa politica di Teheran”. Dietro la facciata dell’arricchimento d’uranio ad uso energetico “già di per sé condannabile, l’Iran nasconde evidenti intenzioni militari come dimostrano le continue minacce rivolte a Israele. Personalmente presenterò la questione a Italia nostra, il prossimo mese, e mi auguro che anche il restante fronte ambientalista italiano faccia sentire la propria voce”, aggiunge Ripa di Meana. È la moglie di Carlo, Marina, invece a intervenire sul silenzio delle femministe intorno la tragica vicenda di Hira, la ragazza pachistana uccisa a Brescia dal padre che non sopportava il suo stile di vita “occidentale”. “Il movimento femminista è assente – dichiara - perché sono tutte al mare o in montagna. Quando si è in città le persone riescono a incontrarsi e a organizzare qualcosa. Il fatto che l’episodio di Brescia sia capitato in pieno estate ha fatto sì che le femministe, nonostante la gravità dell’episodio, si siano trovate spiazzate perché disperse nei posti di vacanza”. Magari tra poche settimane, con il ritorno alla routine autunnale, la coscienza delle femministe si sveglierà dal torpore estivo. “Speriamo di essere ancora in tempo per organizzare qualcosa…”, conclude la Ripa di Meana. (24 agosto 2006-13:13)

 
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