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CASERTA, IMMIGRAZIONE. VENTRE:'GETTIAMO MASCHERA IPOCRISIA SU SOLIDARIETA''


(di Riccardo Ventre, Eurodeputato) - Camminando in questi giorni per la città una cosa notiamo: l’assenza, vicino ai semafori, degli extracomunitari che lavano i vetri delle macchine e l’assenza, lungo i marciapiedi, di persone che chiedono l’elemosina, generalmente dei paesi dell’est Europa. Durante l’anno la presenza di costoro, a me personalmente ma ritengo a parecchi, crea sentimenti contrastanti. Da un lato prende il sopravvento la pena cristiana per cui si lascia qualche moneta al primo, poi al secondo e magari anche al terzo ma poi? Il problema è che ne sono tanti e tanti di conseguenza se ne incontrano durante il corso della giornata. Per cui al sentimento di pena cristiana ma mano se ne sostituisce un altro, quello di sentirsi in colpa per avere molto di più rispetto a loro, magari quando usciamo da un ristorante o abbiamo fatto acquisti, semmai superflui. Ed allora la domanda: ciò che noi riusciamo a fare per queste persone si chiama solidarietà? Secondo me no. Infatti l’estrinsecazione duratura e vera della solidarietà deve trovare il fondamento nella legge che deve prevedere per questi esseri umani la possibilità di lavorare e quindi dare loro la dignità di uomini. Al di fuori di questa ipotesi siamo nel campo della solidarietà che prescinde dalla legge ed è legata al solo problema immediato della sopravvivenza. E’ inutile nascondersi dietro falsi buonismi: occorrono leggi serie che devono essere rispettate da tutti, da noi italiani che li accogliamo nel nostro Paese e da loro che devono adeguarsi alle nostre leggi, ai nostri costumi. Dobbiamo si farli entrare nel nostro Paese, ma solo nella misura in cui riusciamo a garantire loro la dignità a cui ogni essere umano ha diritto. Al di fuori di questa ipotesi dobbiamo ammettere trattarsi di ipocrisia l’affermare di volerli farli entrare nel nostro Paese a qualsiasi costo. Ciò non è possibile anche perché alla buona fede di moltissimi di questi che ritengono di venire in Italia per una vita migliore, si accompagna l’interesse di coloro che lucrano sugli sventurati facendone poi entrare, numerosissimi, nel giro del malaffare organizzato e della prostituzione. Il problema sta diventando sempre più serio e tende ad allargarsi sempre più a macchia d’olio se è vero, come si apprende dalla stampa, che in migliaia aspettano di salpare, con le tristemente note carrette del mare, in attesa sulle coste libiche. Ed allora gettiamo la maschera dell’ipocrisia e ricordiamoci che la vera, duratura solidarietà è quella che deriva dal rispetto assoluto e inderogabile delle leggi; mettiamo da parte, per quanto possibile, il nostro attaccamento, a volte viscerale, a volte irrazionale, ai nostri convincimenti ideologici e, perché no, anche le forme di integralismo cattolico e poniamo alla base di ogni nostra azione politica, sociale ed umana il rispetto della legge. Sulla base di questa, Istituzioni Pubbliche (e per quanto ci riguarda Comuni e Provincia), partiti politici, associazioni di volontariato, Chiesa cattolica, cittadini stessi, si uniscano per un’azione coordinata, organica, ispirata certamente dalla solidarietà, e facciamo in modo di non essere più costretti a vedere questi nostri fratelli sfortunati sfruttati, sottopagati, a volte considerati come specie sub-umana. Per quanto riguarda la Casa delle Libertà ciò abbiamo dimostrato di fare con la gestione della Provincia anche attraverso azione di recupero delle donne costrette alla prostituzione ed altre azioni concrete di solidarietà che hanno avuto successo e hanno riscosso plauso anche a livello nazionale. Formuleremo, alla ripresa, un programma dettagliato e concreto che si fonda sui seguenti punti cardine: contrasto con ogni azione consentita alla presenza degli irregolari; emersione dal lavoro nero e sottopagato per i regolari; politica della casa e dei bisogni primari per questi ultimi; insegnamento della lingua italiana, della nostra storia e dei principi essenziali del nostro ordinamento giuridico. (17 agosto 2006-16:00)

 
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