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PENSIONATO CASERTANO CON MOGLIE IN 'RITIRO' DAL MONDO: IRROMPONO VIGILI


(da La Repubblica del 17 agosto 2006) - Due anziani coniugi, entrambi pensionati, avevano deciso di chiudere con il mondo. Si erano auto-segregati in un alloggio senza luce, al quinto piano di una palazzina non lontana dal centro. Senza acqua corrente (avevano una scorta di 100 bottiglie di minerale), senza gas (cucinavano con fornelli da campeggio). Senza televisione e telefono, non parlavano con nessuno. Neppure con il fratello dell´uomo, arrivato da Caserta per annunciare la morte del padre. Giunti a Torino alcuni anni fa da Chatillon (Valle d´Aosta), marito e moglie avevano rinunciato a mettersi in regola con i documenti. E senza residenza, pur essendo proprietari dell´appartamento, non avevano potuto fare i contratti per la fornitura dell´energia elettrica. Lei, D. P., ex dipendente di banca, sofferente e debilitata, era segregata in quella prigione volontaria da almeno 5 anni. L´uomo, M. V., ex funzionario dell´Intendenza di finanza, usciva, invece, solo per fare la spesa. In quella loro incomprensibile scelta di autismo familiare (o di «misantropismo», come hanno osservato gli inquirenti), marito e moglie avevano coinvolto pure la figlia. Anche se lei, ventinovenne, a quelle folli condizioni di vita che subiva timorosa delle ire paterne, aveva reagito con un´enorme forza di volontà. Con il fidanzato comunicava buttandogli bigliettini dalla finestra del quinto piano (i «pizzini» d´amore, li chiamavano i vicini). E frequentava a pieni voti - è prossima alla laurea - la facoltà di Lettere. Ieri la fuga dalla vita della famiglia s´è interrotta quando dalla finestra hanno fatto irruzione i vigili del fuoco, saliti al quinto piano con una autoscala. Da alcuni giorni il vicino di casa del piano di sotto, Antonio Parisi, si lamentava per una perdita d´acqua. Ma non aveva mai ottenuto risposta alle sue lamentele. Ecco perché il vicino, d´accordo con altri condomini, ha deciso di chiedere l´intervento della polizia. Ma neppure agli agenti della Questura M. V. ha voluto aprire la porta. E così i poliziotti hanno chiesto l´aiuto dei pompieri. Quando l´uomo s´è visto entrare in casa i vigili del fuoco, li ha affrontati minacciandoli, malmenandoli e insultandoli. L´oltraggio e la resistenza a pubblico ufficiale sono gli unici reati di cui dovrà rispondere in procura. Il dottor Antonio Baglivo, dirigente del 113, ha infatti precisato che non sono emersi elementi per denunciarlo per sequestro di persona o maltrattamenti famigliari. Ogni tanto - ha spiegato il funzionario della Questura - l´uomo se ne andava in una casa di campagna nell´Astigiano, lasciando sole moglie e figlie, segno, questo, che non erano affatto segregate con violenza. La stessa figlia ha ammesso di aver accettato quelle condizioni di vita perché succube e timorosa del padre. Ma senza avere mai subito coercizioni. D. P. ieri è stata trasportata in ospedale. Era debilitata, denutrita, ma il suo stato di salute, hanno precisato i medici, «non è preoccupante». A Giorgio Gallino, lo psichiatra che la visitava, ha detto di essere «arrabbiata per la cattiveria che le hanno fatto portandola via di casa. E che avrebbe chiesto, per difenderla, l´intervento del sindaco. «Per ora - ha precisato il dottor Gallino - si può parlare di un ritiro volontario dal mondo. Di più non si può dire».

 
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