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PICCOLA INDUSTRIA. BRANCACCIO: EDUCARE SIN DA ELEMENTARI A FARE IMPRESA


"L'impresa italiana attraversa situazioni di disagio che nel Mezzogiorno sfociano spesso in vere e proprie condizioni di emergenza. In un Paese normale l'impresa, tanto più se piccola, dovrebbe essere sostenuta, incoraggiata. Accade, invece, che viene ostacolata, quando addirittura non vessata, aggredita dallo stesso Stato, oltre che da negativi fattori ambientali. Ben venga, allora, in questo senso una decisa inversione di rotta. Ben vengano i moniti del direttore del Sole 24 Ore, che nel suo editoriale di ieri, arriva a lanciare la proposta di un manifesto in favore delle piccole imprese. Bene, vuol dire che finalmente i tempi sono maturi. Vuol dire che aveva visto giusto il Gruppo Piccola Industria di Confindustria Campania quando, nel gennaio dello scorso anno, lanciò - guarda caso - proprio il Manifesto per uno Statuto delle Imprese, nel cui solco - ed anzi, con ulteriore e maggiore forza - il direttore de Bortoli ora spezza autorevolmente una lancia". Lo sostiene Stefania Brancaccio, presidente della Piccola industria di Confindustria Caserta e vice presidente vicario dello stesso organismo in senso a Confindustria Campania. "Nel suo editoriale - continua Stefania Brancaccio - il direttore de Bortoli lamenta, giustamente, non solo l'assenza di un intervento organico di politica economica da parte della classe politica, ma una vera cultura di impresa. Anzi, una cultura per l'impresa. In Italia - continua il presidente casertano della Piccola Industria - non si considera mai l'impresa come attore determinante per l'espansione del benessere e della crescita civile. Tutt'altro. Paradossalmente, per dirne una, sembra che i sussidi alla disoccupazione siano da preferire alla promozione di una crescita matura del sistema. E' tempo, dunque, che si comprenda che il valore delle imprese è un patrimonio del Paese, non una controparte da abbattere". E sempre a proposito di cultura di impresa, aggiunge: "Ritengo che forse si dovrebbe inserire sin dalle scuole elementari una materia in più, oltre all'educazione civica: l'educazione allo sviluppo e all'economia, facendo comprendere a tutti che non può esistere solidarietà senza sviluppo. Il valore del capitalismo moderno è nella complementarietà dei due termini, non nell'opposizione". (24 luglio 2006-18:50)

 
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