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DECRETO BERSANI /2: GIULIANO SOLIDALE CON CLASSE FORENSE


SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta) - . «Non si può, in una notte, con uno strumento inidoneo, come quello del decreto legge Bersani, peraltro incostituzionale, senza consultare in alcun modo la categoria interessata ed estromettendo il Ministero della Giustizia, stravolgere una classe nobile come quella dell’avvocatura». Lo afferma l’ex sottosegretario alla Giustizia, senatore Pasquale Giuliano (Fi), che manifesta la sua solidarietà a tutta l’avvocatura ed in particolare a quella del foro di Santa Maria Capua Vetere dove da circa dieci giorni proseguono incontri di approfondimento sul decreto organizzati dal locale Consiglio dell’Ordine presieduto da Elio Sticco in attesa della giornata nazionale di protesta dell’avvocaturà fissata per il 21 luglio a Roma. Giuliano, magistrato in aspettativa presso il tribunale sammaritano dove ricopriva la carica di presidente di sezione ritiene «più che legittima e giustificata la reazione della classe forense sulla cui pelle si sta giocando una partita spregiudicata». Il senatore azzurro, che nella sua qualità di ex ministro della Giustizia aveva proprio la delega alle professioni, ricorda alcuni passaggi dell’azione del Governo precedente: «E la concertazione, la struttura condivisa delle regole tanto declamata con voce aspirata e sospirata da Romano Prodi dove sono finite? Il metodo che stava dando risultati incoraggianti – prosegue – era stato proprio il nostro: la riforma del notariato, l’allargamento delle competenze agli avvocati, l’unificazione dell’albo dei ragionieri con quello dei commercialisti sono stati momenti importanti di una concertazione liberale che si è praticata alla luce del sole nel pieno rispetto delle regole. Ma che di liberalizzazione si parla se questa parola non ha niente a che fare cn le norme del decreto Bersani che riguardano questi settori. Perché non si comincia a liberalizzare – continua l’ex sottosegretario – partendo da grossi gruppi cari a certa sinistra come nel campo della telefonia, elettricità, bancari e così via? E’ solo un etichetta – conclude Giuliano – che nasconde una stangata fiscale nei confronti di una categoria ritenuta poco vicina al centrosinistra. Del resto, il «pastrocchio» Bersanii già è in parte miseramente crollato a seguito della protesta dei dei tassisti che erano stati visti come categoria da «liberalizzare» insieme a notai, avvocati e farmacisti. Da parte nostra continuerà la battaglia per smascherare questo decreto legge-bluff».(18 luglio 2006-19:00)

 
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