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GIURISPRUDENZA, LEZIONE INSOLITA ALLA SUN: PROCESSO A GESU'


Santa Maria Capua Vetere (Caserta) - Il processo dei processi, ovvero il processo contro Gesù, quello che forse ha dato luogo a più discussioni è stato al centro di una insolita lezione tenuta nella settimana di Pasqua da Giuseppe Garofalo, noto avvocato penalista, scrittore e docente di Storia della Giustizia per il corso di laurea specialistica della facoltà di Giurisprudenza della Seconda Università di Napoli a Santa Maria Capua Vetere. Un argomento dal quale si è innescato anche un dibattito e che ha infiammato la platea di studenti incuriositi dall’aspetto giudiziario dell’episodio religioso. Furono rispettate le leggi ebraiche e romane per giungere a quella ingiusta condanna? E Gesù fu condannato per mano ebrea o romana? Sulla base di alcuni interrogativi, Garofalo ha analizzato e sviscerato la vicenda religiosa sotto il profilo giudiziario offrendo agli studenti numerosi passaggi processuali spesso di impressionante attualità. Per portare Gesù davanti a Pilato – dice Garofalo – fu cambiato il capo d’accusa nei suoi confronti. L’accusa di bestemmia, ovvero l’affermazione di Gesù (ritenuta blasfema) di essere il Figlio di Dio, fu modificata in sedizione (perché Gesù si era detto re dei Giudei) davanti al procuratore romano Pilato, competente in materia. Le autorità ebraiche, infatti, non potevano però comminare la pena di morte, come testimonia il fatto che era loro concesso di ricorrere tale pena solo in un caso eccezionale. Pilato, uomo arrogante – ha spiegato Garofalo nella sua lezione – se né lavò le mani, come racconta il Vangelo, ma alla fine applicò la legge e quindi la condanna su pressione del Sinedrio e della folla tumultuosa. E soltanto dopo una sorta di prima assoluzione («sappiate che non trovo in lui nessuna colpa»). Poi il tentativo di non applicare la pena di morte, «patteggiando» con gli accusatori il supplizio romano della fustigazione. Una lezione, quella di Garofalo, giudicata appassionante da numerosi universitari e per la quale non mancheranno seguiti per un approfondito dibattito. Giuseppe Garofalo, avvocato penalista impegnato in numerosi processi anche a livello nazionale, ha pubblicato lo scorso anno (Pironti editore) la versione aggiornata de «La Seconda Guerra Napoletana alla Camorra». Un libro che ha tutte le caratteristiche di un «legal-thriller» oltreoceano ma una forza in più. Racconta una storia dell'Ottocento analizzata da un giurista con cultura europea. «Un saggio di storia criminale e giudiziaria dove l’autore – scrive il giudice Pietro Lignola nella prefazione – ha saputo trarre un racconto avvincente, nel quale la realtà non ha nulla da invidiare alla fantasia dei più accreditati autori di thriller giudiziari».(21 aprile 2006-21:22)

 
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