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CASERTA, AGGUATO DI CAMORRA: INDAGINI E INTERROGATORI SERRATI


Sono proseguiti anche oggi interrogatori e perquisizioni tra il casertano ed il napoletano sugli sviluppi delle indagini sull'agguato di ieri mattina a Orta d'Atella che è costato la vita a Filippo Mancini, di 44 anni, pregiudicato con numerosi precedenti, ritenuto affiliato al clan Moccia e persona di riferimento del boss, Antonio Cennamo, soprannominato "o malomme", che per gli investigatori é attualmente capozona dell'organizzazione tra Crispano e Cardito. Mancini è stato ucciso da un commando di almeno quattro uomini, mentre insieme con il fratello, scampato all'agguato, era in auto. I sicari, utilizzando una paletta in dotazione alle forze dell'ordine, hanno costretto l'auto con i due fratelli a bordo a fermarsi. Uno dei killer ha sparato in rapida successione almeno cinque colpi uccidendo all'istante il pregiudicato e risparmiando il fratello. Quest'ultimo è stato nuovamente interrogato dai carabinieri e dal magistrato ma, secondo quanto si è appreso, non sarebbe stato in grado di favorire l'identificazione dei sicari. Gli investigatori non escludono che Filippo Mancini sia stato ucciso per uno sgarro ad una delle organizzazioni criminali del casertano o per avere tentato, insieme con Francesco Patricelli, detto "maratona" ucciso il 3 febbraio scorso ad Orta d'Atella all'interno del suo negozio di articoli sportivi, per avere tentato di staccarsi dal clan di appartenenza e formare un proprio gruppo nella zona compresa tra Orta d'Atella ed i confinanti comuni del casertano, compresa Marcianise dove è operante una agguerrita organizzazione criminali, ritenuta capeggiata dai fratelli Salvatore e Domenico Belforte. I due fratelli, a capo del clan dei "mazzacane" continuerebbero a dirigere dal carcere nel quale sono chiusi da tempo, le attività illecite in una vasta zona compresa tra Marcianise, Caserta e S.Maria Capua Vetere.(16 marzo 2006-14:33)

 
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