Santa Maria Capua Vetere (Caserta) - “I collaboratori di giustizia, benché utili, sono un po’ come i bisturi: se finiscono in una mano inesperta sono strumenti che possono causare danni”. Lo ha affermato il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso intervenendo oggi a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) alla lezione inaugurale dell’anno accademico della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali della facoltà di Giurisprudenza della Seconda Università di Napoli. L’ex procuratore di Palermo - al tavolo dei lavori con il rettore della Sun Antonio Grella; il preside di Giurisprudenza Lorenzo Chieffi e il direttore della Scuola di Specializzazione Carlo Venditti - ha affrontato la questione del crimine organizzato e della mafia partendo dal tema della solidarietà e del volontariato nell’ambito della relazione tenuta su “Etica, impegno civile e legalità”. Il massimo esponente della Procura nazionale antimafia si è anche soffermato sul ruolo dei magistrati nella lotta alla criminalità e alle difficoltà insorte sin dal 1996 in poi nel lavoro investigativo a causa dell’ “entrata in vigore di alcune leggi e riforme comunque importanti come il cosiddetto ‘giusto processo’ che però hanno creato una serie di norme legate alle intercettazioni telefoniche o all’innalzamento della soglia probatoria che hanno reso più difficoltose le indagini e i processi”. Parlando di magistrati e magistratura Grasso ha aggiunto: “Non abbiamo bisogno di giustizieri che riformino e rendano inoffensivi i giudici. La magistratura sarà sempre un punto di riferimento per il contrasto all’illegalità e alla crimine e i magistrati andranno avanti con tutta la forza possibile cercando di accelerare anche di un solo giorno, se è possibile, il lento procedere della giustizia. D’altronde – ha concluso Grasso parafrasando una dichiarazione del premier Berlusconi che qualche anno fa scatenò accese polemiche – siamo o non siamo antopologicamente diversi?”. (10 marzo 2006-17:10)