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SEQUESTRATE DUE FINANZIARIE: INDAGINI PROCURA S.MARIA C.V. IN TUTTA ITALIA


Avevano costituito due società finanziare che di fatto, secondo quanto è emerso dalle indagini della Guardia di Finanza, hanno turbato il mercato finanziario emettendo in due anni fidejussioni per 46,5 milioni di euro nei confronti di beneficiari, ignari privati e pubblici, senza possederne i requisiti. Due società finanziarie campane, la Diana Finanziaria e la E.G. SRL sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza, in esecuzione di un provvedimento del gip del Tribunale di S. Maria Capua Vetere, Gabriella Pepe, su richiesta del pm Antonella Cantiello. Secondo l'accusa, dei 46,5 milioni di euro di fidejussioni, 16 milioni erano state emesse nei confronti di enti pubblici. L'accusa contestata al rappresentante legale delle due società, Giuseppe D'Aveta ed a quello che gli investigatori ritengono l'amministratore occulto, Giuseppe Ambrosino, entrambi di Marigliano (Napoli), ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il procuratore aggiunto, Paolo Albano, è di avere "turbato il mercato finanziario emettendo in due anni circa 46,5 milioni di euro di fidejussioni nei confronti di beneficiari, ignari privati e pubblici, senza possedere i requisiti patrimoniali minimi previsti dal testo unico bancario". D'Aveta e Ambrosino, quest'ultimo ritenuto dagli investigatori il vero organizzatore dell'attività illegale, sono accusati di avere formato fittiziamente capitale sociale per cinque milioni di euro, di falso in bilancio e di avere ostacolato l'esercizio delle funzioni di vigilanza da parte del Ministero del Tesoro, che, è stato spiegato, si avvale per l'esecuzione dei controlli e la tenuta dell'elenco generale delle società finanziarie, dell'Ufficio Italiano Cambi. A quest'ultimo organismo i rappresentanti di Diana Finanziaria e E.G. srl - è stato accertato nel corso delle indagini - hanno comunicato di possedere mezzi patrimoniali necessari per svolgere l'attività di rilascio di garanzie verso il pubblico, sulla base di presunti titoli di diritto estero posseduti, tra l'altro,anche presso una società fiduciaria svizzera e di cui non sono stati in grado di dimostrare il reale possesso, il valore effettivo e la loro pronta liquidabilità. Magistrati ed ufficiali della Guardia di Finanza che hanno proceduto nell'indagine, hanno spiegato, tra l'altro, che le due società hanno emesso fidejussioni per oltre 16 milioni di euro, a beneficio di numerosi enti pubblici tra cui le regioni Lombardia, Puglia e Calabria, i Monopoli di Stato, il Tribunale di Trapani, l'Agenzia delle Entrate, le Province di Reggio Calabria e Foggia, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, l'Aeronautica militare, le questure di Sassari e Grosseto, i comuni di Napoli, Porto Torres, San Benedetto del Tronto, Sassari e Siano. Un'attività, hanno spiegato gli investigatori, che ha danneggiato non solo le società concorrenti operanti regolarmente sul medesimo mercato, ma anche la clientela. Gli investigatori hanno inoltre sottolineato, che le persone che hanno gestito la Diana Finanziaria, una delle quali è morta recentemente, non si sono mai esposte giuridicamente verso il pubblico, non avendo i requisiti di onorabilità richiesti. Il sostituto procuratore Antonella Cantiello, considerata l'estrema gravità dei fatti contestati e gli enti indirettamente coinvolti, ha avanzato la richiesta al gip di applicare alla Diana Finanziaria Spa anche la misura cautelare dell'interdizione dall'esercizio dell'attività, almeno fino a quando il Ministero dell'Economia e Finanze non si pronuncerà sull'intera vicenda. La richiesta dovrà, però, essere valutata in contraddittorio tra le parti in una apposita camera di consiglio. (6 marzo 2006-08:54)

 
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