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PICCOLA INDUSTRIA: A CASERTA IL VICE PRESIDENTE NAZIONALE BOCCIA


Burocrazia, tasse, incentivi, partenariato e internazionalizzazione: incontro a tutto campo con il vice presidente nazionale della Piccola Industria, Vincenzo Boccia, presso l’Unione degli industriali. Presenti il numero uno di Confindustria Caserta Carlo Cicala e numerosi presidenti di Sezione, il presidente del Gruppo Piccola Industria di Terra di Lavoro, Stefania Brancaccio, ed i componenti del Comitato Piccola Industria hanno sottoposto all’attenzione del loro leader nazionale (che è anche presidente regionale) i numerosi affanni con i quali la stragrande maggioranza delle aziende della realtà produttiva di Terra di Lavoro è costretta giornalmente a misurarsi. In primis, appunto, la burocrazia che – come ha sottolineato Carlo Cicala nel fare gli onori di casa – è capace di fiaccare gli entusiasmi imprenditoriali anche dei meno giovani: “Occorrono mediamente 43 autorizzazioni per far nascere una nuova azienda in Campania”, ha ricordato Cicala. Dal suo canto, sulla scorta dell’esempio nazionale, Boccia ha lanciato anche per la Campania una cabina di regia per arrivare a definire un protocollo d’intesa con la Regione “contro le lungaggini burocratiche”. “Il fattore temporale – ha detto Boccia – è un fattore determinante per la competitività. La speranza è che dall’analisi di esempi concreti si possa arrivare ad un codice interpretativo univoco delle norme autorizzative, per le quali i tempi devono essere certi e brevi, ccome avviene nel resto d’Europa”. Con riferimento alla vita associativa e alla contingenza politica, Boccia ha ricordato un insegnamento di Luigi Abete mutuato da una massima di Goethe: “L’importante non è andare d’accordo tra di noi, ma andare nella stessa direzione”. Dunque, unità di obiettivi e intendi. A cominciare dall’alleggerimento della pressione fiscale, con l’Irap in primo piano. “Non è questa la strada per attrarre capitali”, ha detto parlando della Regione Campania. Né ha risparmiato critiche al governo: “E’ stato uno scherzo da prete non rifinanziare, a macchina in corsa, il credito d’imposta, l’unico incentivo che ha davvero funzionato”. Mentre, “il successivo condono è stato di sicuro tutt’altro che un bell’esempio di etica”, ha detto. Rispetto al credito, invece, Boccia ha ricordato che gli imprenditori sono interessati ad una banca d’affari, che non si limiti alla semplice erogazione di credito. “Da questo punto di vista non ci spaventa la nazionalità delle banche, purché ci aiutino a crescere e, magari, a internazionalizzarci. Quello che ci interessa è mettere in concorrenza il sistema italiano e, magari, capire come ci si può quotare alle alla Borsa di Londra delle piccole imprese. Il resto è poca cosa ”. Infine, l’esperienza di Assafrica, l’associazione promossa da Confindustria e di cui Boccia è presidente, la quale si è aperta appunto anche alle piccole imprese, cui offre assistenza e partenariato per investire nel Continente Nero. L’incontro è stato introdotto da Stefania Brancaccio, presidente del Gruppo Piccola Industria, che ha ricordato il ruolo dell’associazionismo ed il punto più qualificante del suo programma: “Che è appunto quello di andare incontro alle imprese – ha detto - proponendo le soluzioni più idonee ai molteplici problemi che giornalmente le assillano, in una logica di rete”. Oltre a Cicala e Brancaccio, all’incontro hanno partecipato tra gli altri Massimo Orsi, Antonio Farina, Giovanni Bo, Pasquale Pisano, Giuseppe Staro, Nicola Diana, Marco Falcolini, Antonio Guttoriello, Pia Drago e il direttore di Confindustria Caserta Lucio Lombardi.(13 febbraio 2006-19:01)

 
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