- Beni per un valore complessivo di oltre cinque milioni di euro sono stati sequestrati dal personale della Direzione investigativa antimafia di Napoli in esecuzione di un decreto emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). I beni - quote societarie e beni aziendali - sono riconducibili a Stefano Reccia, di 55 anni, di San Cipriano d'Aversa (Caserta), attualmente in carcere e ritenuto affiliato al clan camorristico dei Casalesi. In particolare sono state sequestrate la totalità delle quote sociali e dei beni aziendali della "Eurocal - Società cooperativa a responsabilità limitata" con sede a Villa Literno (Caserta), compreso lo stabilimento di produzione di calcestruzzu e conglomerati e nella cui sede sono stati sequestrati circa 200 mila euro; la totalità delle quote sociali e dei beni aziendali del Caseificio San Pio di Pugliese Giuseppina &c. di Casal di Principe (Caserta); la totalità delle quote sociali e dei beni aziendali della "Sas Messina calcestruzzi di Messina Franco e C" di Casaluce (Caserta) e lo stabilimento di produzione di calcestruzzi e conglomerati di Guardiaregia (Campobasso). Reccia, attualmente in carcere, è ritenuto un elemento di spicco del clan dei Casalesi. Oltre al coinvolgimento nelle attività del sodalizio criminale, durante le indagini è emerso il ruolo di 'camorrista-imprenditore' - si legge in una nota della Dia di Napoli - titolare di fatto, tra i vari beni di sua pertinenza, della Annunziata calcestruzzi, già sottoposta a sequestro e confisca. Nella nota della Dia si evidenzia che "le forniture di calcestruzzo erano considerate dall'organizzazione uno dei punti nevralgici dell'intera economia casertana. Per tale motivo - è scritto - erano stati costituiti dallo stesso sodalizio criminale dei consorzi che riunivano tutti i produttori casertani che gestivano e regolavano l'offerta". Secondo la Dia, "attraverso tali consorzi, di fatto, veniva imposta la presenza del sodalizio in tutti i lavori pubblici e provati di una certa consistenza economica che si svolgevano nell'ambito provinciale". Da ulteriori indagini sono emerse prove sulla riacquisizione e la gestione da parte di Reccia di beni già sottoposti a sequestro e confisca - in particolare della Annunziata calcestruzzi - e su investimenti di denaro proveniente da attività illecite in attività lecite nella commercializzazione di prodotti caseari nella provincia di Benevento dove l'uomo si era trasferito.
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