L'Italia, attraverso il programma USV (Unmanned Space Vehicle), ha acquisito un ruolo fondamentale tra i principali Paesi coinvolti nelle ricerche per progettare il futuro lanciatore riutilizzabile. E' quanto emerso dal convegno sugli spazioplani, conclusosi al Cira di Capua (Caserta) dopo cinque giorni di lavori. Il velivolo spaziale del Cira, in fase di assemblaggio - sottolinea una nota - "ha destato l'interesse e l'apprezzamento degli studiosi e dei ricercatori che hanno partecipato al convegno". In particolare il chief scientist dell'USAF Mark Lewis ha confermato "'il forte interesse dell'Aeronautica Americana per la progettazione delle 'parti calde' dell'USV: il cono di prua e il bordo di attacco delle ali, ovvero le parti pił critiche del velivolo che, a causa dell'elevato flusso di calore che investe la struttura, possono raggiungere temperature anche di 2000°". Un altro dato che emerge dalla conferenza "é il forte attivismo anche di USA, Australia e Francia relativamente ai sistemi ipersonici, in conseguenza della gią annunciata fine operativa dello Space Shuttle entro il 2010. Nell'occasione della conferenza, il Cira, per ricordare alla comunitą scientifica internazionale la lunga tradizione di eccellenza della Campania nelle costruzioni aerospaziali, ha intitolato alcune sale del convegno a ricercatori, progettisti e piloti campani quali: Ernesto Kerbacker, Rodolfo Verduzio, Francesco Filiasi, e Giovanni Pascale". "Il successo della conferenza - ha detto il presidente del Cira, Sergio Vetrella - consiste non solo nella partecipazione dei pił qualificati ricercatori del settore provenienti da oltre 20 Paesi, ma ancor pił negli incontri a latere del convegno che hanno aperto la strada a importanti collaborazioni del Cira con alcuni degli enti pił prestigiosi del mondo".