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S. MARIA C.V. (CASERTA), CASO DI MONACO: SI TORNA A PARLARE DI UNO 007 PRIVATO


Si torna a parlare dell’utilizzo della figura di un investigatore privato nel giallo – diventato ancora più fitto – riguardante l’omicidio di Enrico Di Monaco, il diciassettenne scomparso tra il 24 e il 25 aprile scorso il cui cadavere è stato rinvenuto l’altro giorno in un casolare ubicato nella campagne di Santa Maria La Fossa. I familiari di Salvatore Busico, l’agricoltore inizialmente indagato per sequestro di persona, arrestato e poi scarcerato dal Tribunale del Riesame, erano stati invitati a valutare un eventuale ingaggio di uno 007 privato su indicazione del primo legale nominato da Busico, l’avvocato Michele Spina (che, a suo dire, ancora non ha ricevuto la notifica ufficiale della revoca del mandato). In particolare, era circolato il nome di Luca Monaco, investigatore sammaritano della «Monaco Security & Intelligence», autorizzato da un regolare decreto prefettizio che può vantare un curriculum di tutto rispetto in questo settore. Una figura, quella dell’investigatore privato nel processo penale, va precisato, non necessariamente di parte ma che si è dimostrata spesso collaborativa alle difficili indagini investigative. La circostanza, ha riaperto anche una sorta di dibattito fra gli addetti ai lavori del circondario giudiziario soprattutto sul riconoscimento del ruolo di soggetto processuale che il legislatore ha indicato nel codice di procedura penale fin dal 24 ottobre 1989. E' mancato, purtroppo – sostiene la categoria – anche l'impegno di chi non ha facilitato l'ingresso di questo professionista nelle aule di giustizia, preferendo aspettare i risultati dell'indagine pubblica, piuttosto che compiere in proprio le investigazioni con l'ausilio, nei casi più complessi, di questa importante figura professionale. Adesso, però, proprio da un difficile caso casertano (dove gli studi legali sono poco propensi all’utilizzo di questa figura professionale) potrebbe arrivare il riscatto per gli investigatori del Sud.

 
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