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CASERTA, IL MARITO MUSULMANO PREGA TROPPO: DONNA CHIEDE DIVORZIO


Stufa di pregare anche cinque volte al giorno e di seguire le pratiche della religione islamica impostegli dal marito musulmano si è rivolta al giudice per chiedere il divorzio. La donna, R.M. una collaboratrice domestica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) che 10 anni fa sposò con rito civile un immigrato tunisino, M.F., che lavora come manovale ed è più giovane di lei di tre anni, ha sopportato a lungo tempo le richieste del coniuge. Alla fine, però, non ce l' ha fatta più. Dopo aver abbandonato il tetto coniugale un mese fa, si è rivolta ad un avvocato per avviare la pratica di divorzio "con addebito" al marito, dal quale ha anche avuto un figlio. Il marito - sostiene la donna nel ricorso - la obbligava a seguire le pratiche religiose musulmane. Digiuno durante i 30 giorni del Ramadan, distacco dalla vita mondana per alcune ore al giorno, pranzi particolari da preparare e mangiare dopo le preghiere, ed altri usi considerati eccessivi dalla donna. Nei primi anni del matrimonio R.M. non avrebbe dato eccessivo peso al comportamento religioso del marito, in quanto comunque non obbligata alla conversione all'Islam. Successivamente, però le continue preghiere verso la Mecca e il digiuno del Ramadan un mese all' anno, le avrebbero reso la vita quotidiana insopportabile. I riti religiosi le venivano imposti sempre più rigidamente dal marito. "All' inizio - afferma il legale della donna, avvocato Antonio Cassino - è stato l' amore, e forse anche la novità di una vita matrimoniale da trascorrere con una persona appartenente ad un' altra cultura a rendere meno opprimente per la mia assistita questo modo di vivere la religione. Poi, quando la scelta personale è diventata un obbligo, la mia assistita ha deciso di troncare la relazione non prima di aver cercato inutilmente il dialogo per evitare una separazione.

 
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