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CASERTA, LIBRI: ARRIVA IL 'LEGAL-THRILLER' DELL'800 DI GIUSEPPE GAROFALO


Ha tutte le caratteristiche di un 'legal-thriller' dei più noti avvocati americani divenuti poi scrittori famosissimi (Scott Turow o Jonh Ghrisham, tanto per citarne qualcuno) ma ha una forza in più. Quella storica, perchè racconta una storia dell'Ottocento analizzata da un giurista con cultura europea.
La rilettura meticolosa e approfondita di un «episodio di scontro tra società civile e società di malavita da cui, per gli errori della prima, la seconda trasse – non a torto – il ruolo di vittima», ha fornito ancora una volta l’occasione a Giuseppe Garofalo, penalista di grido e stimato scrittore e storico, di tornare a parlare delle vicende storiche legate alla camorra partenopea.
Si chiama «La Seconda Guerra Napoletana alla Camorra» (Pironti editore, pp.500, 14 euro), infatti, l’ultima fatica del principe del foro sammaritano che si è avvalso della sua dimestichezza con le leggi, ordinamenti, usi e costumi per rievocare aspetti, risvolti e situazioni inedite del processo Cuocolo rivelatesi identiche a quelle di altri vicende giudiziarie odierne. Il volume, a breve nelle librerie, arriva dopo quello che porta quasi lo stesso titolo e pubblicato con ristampa tra gli anni Ottanta e Novanta («La seconda guerra Napoletana» edizioni Sen) e, quello più recente, «Teatro di Giustizia», Pironti) pubblicato nel 1996. L’ultimo lavoro di Garofalo, scrive nella prefazione Pietro Lignola, alto magistrato a Napoli - «è un saggio di storia criminale e giudiziaria. L’autore – prosegue Lignola – ha saputo trarre da una ricerca che rischiava l’aridità delle scartoffie, un racconto avvincente, nel quale la realtà non ha nulla da invidiare alla fantasia dei più accreditati autori di thriller giudiziari». Si parla del duplice delitto di Gennaro Cuocolo e della moglie Maria Cutinelli, eseguito nel 1906 e sfociato in un maxi processo non molti diverso da quelli a cui si è abituati ad assistere oggi e quasi della stessa durata di quelli odierni. «Le inchieste oceaniche – scrive Garofalo – davano la possibilità ai colpevoli di farsi scudo degli innocenti, che fatalmente venivano travolti, per dire che tutto era una persecuzione». L’autore approfondisce anche il rapporto fra politica e camorra. «Tutti quelli che perdevano accusavano l’avversario di essersi fatto aiutare dalla camorra: quelli che vincevano rigettavano l’accusa e per farsi credere erano i primi a fare dichiarazioni contro la Società». L’ampio l’approfondimento sulla prima guerra alla camorra (1860-1863) condotta contro la Bella Società Riformata dal governo sabaudo unitario (in sede locale da Silvio Spaventa e Nicola Amore), dà inoltre la possibilità all’autore di fare il confronto con la terza guerra, quella dichiarata dalla giustizia repubblicana alla Nco dei primi anni Ottanta. Una guerra, la terza, che si sa quando è cominciata ma non quando finirà. Diversi gli episodi citati dall’autore sulle «gesta» di alcuni personaggi di quel periodo: dai capintesta della camorra ai guappi assunti dalla pubblica sicurezza come delegati per combattere i primi. «La camorra – ricorda nella prefazione il giudice Lignola – uscì indenne sia dalla guerra del 1860, sia da quella del 1906. Ed anche, la terza, quella ancora in corso, dimostra che ancora non è stata vinta dallo Stato. Potrà esserlo ad una condizione. La società politica e civile deve vincere la battaglia contro se stessa, recuperando il concetto di legalità».

L’AUTORE

Giuseppe Garofalo, avvocato penalista con studio a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), già presidente della locale Camera Penale ed attualmente coordinatore delle Camere Penali della Campania, è impegnato in numerosi ed importanti processi anche a livello nazionale. Ha pubblicato, in passato, «La Seconda Guerra Napoletana», edito dalla SEN nel 1982. Il volume fu ristampato, dopo un anno ed illustrato dal giudice-pittore Gennaro Del Tufo di Chiuppeto. Sempre di un giudice, Alfonso Malinconico, la copertina di «Teatro di Giustizia» (Pironti, 1996) dove Garofalo prende lo spunto dalla vicenda dell’Abate Cesare per «processare» i metodi e la giustizia dell’epoca del Regno di Napoli. Riveduta e aggiornata con episodi inediti e con l’aggiunta di un capitolo, «La Seconda Guerra Napoletana alla Camorra» (Pironti), con la prefazione del magistrato presidente di Corte di Assise d’Appello Pietro Lignola, è il frutto di un’indagine condotta dall’autore su varie fonti documentarie dell’epoca (dalle stampe di quel periodo agli atti processuali), sulle quali fornisce sempre, da illustre penalista qual è, una congrua e spassionata valutazione.

Il libro di Garofalo sarà abbinato ai quotidiani Cronache di Napoli e Corriere di Caserta il prossimo 11 maggio

 
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