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PROSTITUZIONE ALBANESE SULL'ASSE MONTECATINI-CASERTA: 1000 EURO INCASSO RAGAZZE


Mille euro al giorno è la somma che ciascuna ragazza fatta prostituire da una banda di albanesi doveva portare ai suoi aguzzini, ma il racconto dell' unica italiana coinvolta nel giro - una studentessa di 24 anni di Perugia - ha messo fine allo sfruttamento. Proprio partendo dalla sua testimonianza il personale del commissariato di polizia di Montecatini ha ricostruito, con un' indagine durata alcuni mesi, la mappa dell' organizzazione che operava in diverse zone d' Italia. Coinvolte ragazze rumene e nigeriane, che venivano trasferite da un capo all' altro della penisola. Anche la studentessa di Perugia ha subito lo stesso trattamento: gli sfruttatori l' hanno fatta prostituire tra Caserta, Empoli e Montecatini, città nella quale la tenevano segregata in un garage. "E' stata lei, una ragazza molto fragile - ha spiegato il sostituto procuratore Monica Jacqueline Magi, illustrando l' operazione 'Sentiero di liberta'' in una conferenza stampa - a trovare il coraggio per denunciare i suoi aguzzini". La studentessa ha vissuto per alcuni mesi sotto protezione e, adesso, dopo che i componenti della banda sono stati arrestati, é potuta tornare a casa. In carcere sono finiti Valentin Shabaj, 25 anni di Montecatini, considerato il capo della banda, Astrit Glloga 43 anni di Brescia, Petrit Barushi 21 di Empoli, Mihana Rasim, 23 anni, Dosti Lorenc, 31 anni di Perugia, Bylbyl Nezas 30 anni di Montecatini. Un settimo complice è latitante. I primi tre sono accusati di sfruttamento della prostituzione, sequestro di persona, riduzione in schiavitù e violenza sessuale. Per gli altri è stata formulata l' accusa di sfruttamento della prostituzione e di favoreggiamento. In precedenza era finito in carcere anche un montecatinese che aveva l' incarico di portare le ragazze sulle strade di Bientina e Migliarino (Pisa). Nove, in tutto, le persone denunciate; mentre due ragazze rumene sono state espulse dal territorio nazionale, con il particolare che le giovani hanno preso il provvedimento di rimpatrio come una una liberazione, ringraziando perfino i poliziotti che le accompagnavano all' aeroporto.

 
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