Diventa sempre più fitto il mistero – quasi un giallo – sul posto «a tempo» di 15 minuti riservato a chi – su corso Trieste deve recarsi in farmacia. Ci riferiamo in particolare, allo spazio nei pressi di piazza Margherita predisposto davanti al bar Tropicana (di fronte c’è una farmacis) ma perennemente occupato dalle stesse vetture nel corso della giornata. E’ capitato infatti, che il solito e solerte vigile di turno è stato costretto, su indicazione di un automobilista multato poco prima dallo stesso vigile (per aver messo l’auto in doppia fila accanto all’auto che occupava senza diritto lo spazio di 15 minuti) ad elevare la contravvenzione a quell’auto che sostava nello spazio riservato a chi dovrebbe recarsi in farmacia. «Pensi – racconta l’automobilista – che il vigile con matricola 187 insisteva nel dire, quasi coprendo il titolare di quell’auto, che quella vettura era arrivata da poco. Ma come era possibile visto che mi ci ero parcheggiato proprio a fianco dieci minuti prima per andare in farmacia?». L’automobilista, che ha annunciato la presentazione di un esposto a chi di competenza, racconta che il vigile gli ha aveva detto che il problema di quel parcheggio «a tempo» sempre occupato era di competenza di precisi vertici comunali rassicurando falsamente l’automobilista multato che avrebbe fatto in modo di annullare il verbale. Circostanza del tutto falsa, tanto che il vigile è stato costretto a fare la multa a quell’auto in sosta da oltre 20 minuti nel parcheggio riservato alla farmacia, soltanto perchè pressato dall’automobilista che aveva protestato perché non trovava mai libero quel posto. «Che dire – racconta ancora l’automobilista vittima dell’eenesimo vigile urbano di turno – poco dopo ho parcheggiato regolarmente su corso Trieste (con regolare grattino) e ho notato una signora che contestava una multa elevata dallo stesso vigile che, perlatro, stava pure fumando mentre era in servizio. Non vi parlo delle minacce velate e del modo alquanto ortodosso di rapportarsi con i cittadini che pagano le multe per fargli avere lo stipendio».