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CASERTA, DELITTO SULL'EWA: NON C'E' SCANDALO SU ANNULLAMENTO ERGASTOLO


All’indomani della riduzione della pena dall’ergastolo a 20 anni di reclusione per uno degli albanesi accusati del duplice omicidio di Antonio e Carmine Carifano, padre e figlio, due manovali della provincia di Avellino uccisi sull’area di servizio della Ewa a Pietravairano due anni fa, sono in molti a chiedersi quanto vale la vita di una persona e se, alla luce di certe sentenze, è fatta veramente giustizia. Alla rabbia e alla delusione, comprensibile, dei familiari delle vittime si aggiunge spesso lo scandalo gridato dall’opinione pubblica che spesso non riesce ad entrare completamente (a volte anche per la genericità mediatica) nel complesso meccanismo dell’applicazione della legge. I fatti: nel novembre dello scorso anno vengono condannati dal gup del tribunale sammaritano due dei quattro albanesi coinvolti nell’assassinio dei poveri carpentieri. A Gentjan Kaci il giudice infligge la pena dell’ergastolo mentre nei confronti di Edy Dumani la pena decisa è di 20 anni. Condanne ribaltate in Appello, dove, dopo un patteggiamento della pena l’ergastolo viene modificato con la reclusione a 20 anni (per Kaci) mentre la pena di 20 anni (per Dumani) viene ridotta a 17. La Corte d’Appello concede le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti valutando la circostanza che i due albanesi, benché presenti sul luogo del delitto insieme ai complici (detenuti in Albania) non eseguirono materialmente il duplice delitto. “Non posso entrare nel merito della vicenda processuale in quanto sono stato il gip dell’inchiesta” - spiega il giudice Antonio Pepe del tribunale sammaritano nonché componente del Consiglio giudiziario – ma se mi si chiede se, tecnicamente, è possibile arrivare a questo tipo di sentenze dico di sì senza però parlare di scandali”. Carlo Fucci, pubblico ministero a Santa Maria Capua Vetere nonché segretario generale dell’Associazione Nazionale Magistrati spiega: “Non conosco nei dettagli il procedimento, ma sono vari gli aspetti procedurali che possono portare alla riduzione di una condanna all’ergastolo. Va considerata – spiega Fucci – la valutazione ed il ruolo avuto nella vicenda dall’imputato e la concessione delle attenuanti che annullano l’effetto delle aggravanti o, in altra ipotesi, i casi dove si è ottenuto un accordo sulla pena. In ogni caso – conclude il pm – ritengo che la doppia valutazione nei due gradi di giudizio sia sempre una garanzia per collettività”. Per il presidente di Palazzo di Giustizia Carlo Alemi, si tratta di “scelte di valutazioni” da parte del giudice aggiungendo che esiste “una sorta di consuetudine a ridurre le pene in secondo grado”. “Devo però sottolineare che c’è bisogno di leggi più chiare. Alcune di quelle attuali – conclude Alemi – consentono una notevole discrezionalità di valutazione da parte di chi giudica”. Dunque nessuno scandalo per una pena all’ergastolo ridotta a 20 anni? “Più che di scandalo giuridico – afferma Giuseppe Garofano, presidente dell’Unione delle Camere Penali della Campania – parlerei di scandalo morale ma bisogna tener presente anche la garanzia dell’imputato. La legge prevede un accordo sulla pena in Appello e ciò talvolta può portare ad esiti processuali che non sempre trovano d’accordo l’opinione pubblica”bs

 
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