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CASERTA, OPERAZIONE DDA: ANCHE 6 DONNE FRA GLI ARRESTATI


Ventinove ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Caserta su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del Tribunale di Napoli. In manette sono finiti presunti appartenenti al clan camorristico operante tra i Comuni di San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico e Arienzo nel Casertano. Tra gli arrestati vi sono anche sei donne, accusate di favoreggiamento, che risulterebbero imparentate con alcuni presunti boss. Cinque delle ordinanze sono state notificate in carcere. Alcuni degli arresti sono stati eseguiti a Roma e a Siena. I reati contestati agli indagati vanno dall'associazione mafiosa all'omidicio, all'estorsione continuata e aggravata e alla detenzione illegale di pistole. L'indagine ha preso l'avvio nel novembre del 2000, prendendo spunto da un duplice omicidio avvenuto a Santa Maria a Vico. Si tratta delle esecuzioni di Aniello De Rosae Tommaso Di Nuzzo, ritenuti legati ad un clan di San Felice a Cancello. Le due vittime furono trovate bruciate in un'auto, tre giorni dopo la loro scomparsa. Gli investigatori hanno utilizzato intercettazioni telefoniche e ambientali e pedinamenti. I riscontri eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale di Caserta hano consentito di individuare i motivi di quel duplice omicidio: le vittime avevano cercato di rendersi autonome rispetto al clan Massaro e di intraprendere un'attivita' estortiva. Nel corso dell'operazione i carabinieri hanno sequestrato tre fucili e cinque pistole e centinaia di cartucce. Tra le armi recuperate vi e' anche la pistola utilizzata per uccidere Di Nuzzio e De Rosa. Gli investigatori, casertasette come e' spiegato in una nota della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Napoli avrebbero individuato l'organigramma del clan, in grado, secondo gli inquirenti di penetrare ''nelle attivita' economiche e imprenditoriali'' del territorio. Il gruppo malavitoso avrebbe mantenuto anche uno stretto collegamento con il clan dei Casalesi attraverso la famiglia Ligato. Nella nota della Procura e' spiegato che particolarmente attive sarebbero risultate le sei donne raggiunte dall'ordinanza di custodia cautelare. In particolar modo, la moglie di Francesco Mazzaro, Filomena ma anche Anna Massaro, sorella di Clemente. Nel corso del blitz i carabinieri hanno sequestrato anche la somma di 50 mila euro, trovati nella disponibilita' di un'altra indagata, Antonietta Sgambato. Tra gli arrestati vi e' anche Pietro Ligato, figlio di Raffaele, capo zona di Pignataro, latitante a seguito dell'operazione. Nella nota della Procura firmato dal coordinatore della Direzione distrettuale antimafia Felice Di Persia e' spiegato che ''sono state individuate, malgrado la scarsissima collaborazione degli imprenditori, numerosissime estorsioni poste in essere nei confronti di commercianti ed imprenditori operanti nella zona di San Felice a Cancello ma anche in alcuni centri del basso Beneventano''. L'indagine si e' avvalsa anche delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Cuono Lettieri al quale successivamente e' stato revocato il progamma di protezione. Anche Lettieri figura tra i 29 arrestati con Clemnte, Anna, Antonio, Bartolomeo (del 62 e del 69), Filomena e Francesco Massaro e Agostino Esposito Raffaele Gammella, Pietro Ligato e Teresa Marano.

 
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