CASERTA - Tre mesi, 90 giorni: è il tempo trascorso dalla scomparsa di Romina Del Gaudio, la promoter sparita da Aversa il 3 giugno scorso e ritrovata uccisa dopo 50 giorni a Carditello. Pochi giorni fa, gli esami del Dna effettuati nei laboratori del Ris di Parma e del Racis di Roma hanno confermato che il cadavere ritrovato a Carditello è quello di Romina Del Gaudio. E' stato che il codice genetico ricavato dalle ossa della ragazza trovata morta a Carditello ha un’altissima percentuale di compatibilità con quello di Grazia Gallo, la mamma di Romina Del Gaudio. Compatibilità tale da far escludere che possa trattarsi di una persona diversa da una stretta congiunta della donna. La speranza di ritrovare la giovane è stata cancellata mentre si allontana sempre più quella di identificare l'assassino. Quest'ultimo, che ha un vantaggio sugli investigatori di 50 giorni, potrebbe non essere più scoperto. Su tutto pesano le scarne ricerche e indagini che forse, secondo qualcuno, dovevano essere più approfondite al momento della scomparsa. L’esame del Dna ha dunque cancellato ogni residua speranza: appartiene a Romina il corpo massacrato, violentato, dilaniato dal caldo e dagli animali abbandonato nelle campagne di San Tammaro, tra la discarica e il Real sito borbonico. Sua la biancheria appesa ai rami degli alberi, come in un macabro e incomprensibile rituale. È dunque quella di Romina la vita orribilmente strappata nella tarda mattinata del 3 giugno, quasi tre mesi fa, nel centro di Aversa, in via Magenta, l’ultimo luogo dove la ragazza è stata vista.