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CASERTA: AD ALVIGNANO BANDO DI GARA A RISCHIO MONOPOLIO. CONDANNATO IL COMUNE


Rischiava di diventare un bando monopolistico quello conseguente ad una delibera annullata dal Tribunale Amministrativo Regionale che ha condannato, in pochi mesi per ben due volte, l’amministrazione comunale di Alvignano. Al centro della vicenda, i ricorsi presentati dalla «All Service», società assistita dal prof. Avvocato Ciro Centore, che aveva presentato un ricorso contro una gara troppo restrittiva bandita dal comune di Alvignano riguardante il noleggio di apparecchiature elettroniche per il controllo elettronico della velocità veicolare, omologate dal Ministero dei lavori pubblici, con stampa simultanea delle foto ed affidamento dei servizi accessori. In particolare, nel ricorso accolto in tempi rapidissimi dal Tar, la società assistita dall’avvocato Centore contestava alcuni requisiti ristretti ad una cerchia di partecipanti davvero ridotti cosicché da generare una restrizione del libero mercato. Tra i requisiti imposti: l’iscrizione alla Camera di Commercio da almeno dieci anni e la prescrizioni di operare, nel periodo della partecipazione al bando, in almeno altri dieci comuni. Secondo i giudici amministrativi (presidente Giancarlo Coraggio, relatore Passarelli), i requisiti imposti sono apparsi effettivamente troppo restrittivi. Nella fattispecie, scrivono i magistrati del Tar, «appare irragionevole sia il requisito dell’iscrizione alla Camera di Commercio da almeno dieci anni, in quanto tale termine è eccessivamente lungo e non necessario ad assicurare quell’esperienza che l’impresa deve pur sempre possedere, che la prescrizione di svolgere il servizio in questione in almeno dieci comuni, sia perché è eccessivo il numero degli enti in cui esercitare il servizio, sia perché non appare ragionevole che gli enti in questione debbano essere esclusivamente comuni». I titolari della società ricorrente avevano contestato per due volte, nell’arco di pochi mesi, le modalità del bando. «Difficilmente la magistratura amministrativa interviene con una velocità di tempi e di verdetti – spiega l’avvocato Ciro Centore – e stavolta lo ha fatto a fronte di una clamorosa circostanza sottolineata nel ricorso come l’imposizione ai partecipanti di cose quasi impossibili. Un appalto che certamente non rispettava le cosiddette regole del mercato e che privilegiava ristrettissima cerchia di partecipanti».

 
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