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SESSO CON PROFESSIONISTI: BANDA RUMENI OPERAVA ANCHE NEL CASERTANO


Ragazze romene fatte espatriare da poliziotti locali corrotti, minorenni usate dagli sfruttatori italiani come 'parcella' per avvocati, libri contabili con i loro guadagni. E' questa la realtą emersa da un'inchiesta del comando provinciale di Potenza e della compagnia di Acerenza (Potenza), che ha portato stamani all'arresto di venti persone. La banda operava in Romania e nelle province di Potenza, Matera, Caserta, Napoli, Bari, Cosenza, Livorno e Grosseto. I referenti romeni reclutavano in patria le ragazze, dai 17 ai 21 anni. Alcune sapevano gią che avrebbero fatto le prostitute, altre speravano in un lavoro da badante o da cameriera. La banda, su richiesta dei componenti italiani, reclutava anche uomini per i lavori agricoli. Il viaggio verso l'Italia costava 300 euro, con un visto turistico. A portare in auto le ragazze oltre la frontiera erano spesso poliziotti romeni, che pagavano una tangente alle guardie di confine. Il resto del viaggio avveniva in furgoni o in treno, in gruppi di dieci-quindici persone. Appena arrivate, le giovani dovevano subire un vero e proprio mercato. Gli sfruttatori italiani le sceglievano gią in stazione a seconda dell'etą e della bellezza. Le ragazze venivano sistemate in appartamenti fatiscenti o in baracche. Quelle destinate alle prostituzione lavoravano in case o locali. Le altre dovevano pagare altri 300-400 euro per un posto da badante o cameriera. I malavitosi cercavano poi di convincerle ad arrotondare i guadagni prostituendosi. In genere le ragazze non venivano maltrattate, ma i carabinieri hanno scoperto anche casi di stupri e segregazione da parte degli sfruttatori. Prima delle misure cautelari di stamani, sette persone erano gią state fermate per violenza sessuale. La banda teneva veri e propri libri contabili con i guadagni e le spese delle ragazze. Queste si vedevano portare via dagli sfruttatori quasi tutti gli introiti (dai 200 agli 800 euro a prestazione). I malavitosi in compenso arrivavano a guadagnare fino a 5-6.000 euro a testa ogni quindici giorni. Tra i clienti (alcune dei quali denunciati per favoreggiamento) c'erano anche avvocati e commercialisti. I carabinieri hanno intercettato telefonate di legali calabresi che si facevano pagare le parcelle da componenti della banda con prestazioni sessuali di ragazze minorenni. L'inchiesta era partita nel novembre scorso dalle denunce di due romene ai carabinieri di Acerenza. Attraverso pedinamenti e intercettazioni telefoniche, l'indagine di era ampliata dal potentino alle regioni vicine. Non sono stati trovati legami con organizzazioni mafiose locali. Il pm di Potenza Claudia De Luca ha ottenuto dal gip Alberto Iannuzzi, 26 misure cautelari. Venti sono state eseguite stamani all'alba, nell'operazione "Spartacus". Sei indagati sono ancora latitanti. Fra questi, i referenti romeni della banda, rimasti nel loro paese.

 
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