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INVESTI' BAMBINO A ROMA E SI RIFUGIO' A CASERTA: ALBANESE ANCORA IN ITALIA


L'avvocato difensore di Bita Panajot, l'albanese che il 22 agosto del 1999 a Roma investì e uccise con un'auto un bambino di 9 anni, Alessandro Conti, che giocava con la bicicletta in strada, ha presentato ieri alla prefettura di Caserta un ricorso contro il decreto di espulsione. L'albanese dopo l'investimento fuggì e fu arrestato tre giorni dopo. Nella istanza di revoca del decreto di espulsione, l'avvocato Cosmo Basso fa notare che "la legge non prevede l'espulsione dello straniero che si sia reso responsabile di un reato colposo" e che il provvedimento decretato dal prefetto nel dicembre del 2000 fu basato "sul presupposto (risultato poi infondato) che Panajot fosse dedito al meretricio". Dall'accusa di sfruttamento della prostituzione, infatti, l'albanese è stato assolto l'11 marzo del 2003 dal tribunale di Roma. Bita fu arrestato tre giorni l'investimento del bambino a conclusione di una gigantesca caccia all'uomo. L'albanese fu scoperto grazie ad alcune foto trovate in un capannone che ritraevano la sua auto, una Bmw, danneggiata. Nel timore di essere riconosciuto, l' extracomunitario si era tagliato i capelli ed aveva cercato di scurirsi la pelle sottoponendosi ad una seduta di lampada. Accusato di omicidio colposo e omissione di soccorso, Bita fu condannato in primo grado a cinque anni di reclusione. La pena fu ridotta in appello a due anni di reclusione dopo un accordo tra pg e il difensore dell' imputato. La scarcerazione immediata del giovane, che aveva scontato otto mesi e mezzo di carcere, suscitò polemiche, soprattutto da parte dei familiari della vittima. Bita, indagato nel frattempo per sfruttamento della prostituzione in seguito alla denuncia di una polacca, scomparve dalle cronache fino a quando le telecamere di Mediaset filmarono un posto di controllo dei carabinieri a Cinecittà. Tra gli automobilisti controllati c' era anche Bita che andava in giro per Roma con una regolare patente internazionale, restituitagli dopo un anno di sospensione. Successivamente a Bita furono ritirate due patenti: una albanese valida solo in patria e l'altra, sempre albanese, ma internazionale e revocato il permesso di soggiorno. Nel dicembre del 2000 il giovane fu espulso e rimpatriato

 
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