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PALESTRATI E DOPATI, ARRESTI NAS: ANCHE POLIZIOTTO FRA ASSUNTORI


Fra gli assuntori di farmaci dopanti, indagati nell'inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) sfociata oggi con alcuni arresti, c'è anche un poliziotto frequentatore, come tanti, di una palestra posta sotto sequestro. Nella mattinata, oltre agli arresti, i carabinieri hanno eseguito anche delle perquisizioni domiciliari presso le abitazioni dei "culturisti". A casa del poliziotto, sarebbero state trovate tre fialette di sostanza illegale. Il bilancio dell'operazione "Golem" sono quattro palestre sequestrate e 21 ordinanze di custodia cautelare per traffico di anabolizzanti e medicinali. Gli arresti sono stati fatti in Campania, Basilicata ed Emilia Romagna. I carabinieri per la Sanità hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del tribunale del Casertano, nei confronti di una organizzazione criminale costituita, secondo le indagini, da titolari di palestre, agenzia di body guard, preparatori e atleti di body building che avrebbero organizzato lo spaccio di specialità medicinali ad azione anabolizzante, illegalmente importate dall'estero. I medicinali avevano lo scopo di aumentare la perfomance degli atleti e la massa muscolare, alterando le prestazioni agonistiche. Secondo i Nas i medicinali erano somministrati senza controllo medico e stoccati e trasportati senza osservare le condizioni igienico sanitarie.

Due anni di indagini, 43 perquisizioni, quattro palestre di body building sequestrate per un valore di oltre due milioni di euro. E inoltre 120 carabinieri impegnati nell'inchiesta che ha portato al sequestro di oltre 3000 confezioni di farmaci anabolizzanti, documenti varia, e all'emissione di 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite in Campania, Basilicata ed Emilia Romagna. Sono le cifre dell'operazione "Golem" condotta dai Nas di Napoli e coordinata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere per contrastare il fenomeno del doping tra i frequentatori di palestre del Napoletano e del Casertano e della Basilicata. Una indagine che ha fatto venire alla luce un fiorente commercio di pericolosi medicinali. I provvedimenti (custodia in carcere, arresti domiciliari o obbligo di dimora) hanno riguardato titolari di palestre di body building delle province di Caserta, Napoli, Basilicata e di Carpi in provincia di Modena. I reati contestati vanno dalla ricettazione alla detenzione ed immissione in commercio di farmaci anabolizzanti e stupefacenti clandestinamente introdotti in Italia e ceduti - come ha spiegato il procuratore Mariano Maffei - in regime di esercizio abusivo della professione sanitaria ed in modo pericoloso per la salute pubblica, ad atleti in violazione delle norme antidoping. Le misure cautelari sono state emesse dal gip Raffaele Piccirillo su richiesta del pm Anna Maria Lucchetta. Dalle indagini, scattate due anni fa dopo il sequestro in una palestra di Caserta di materiale anabolizzante, è emerso, tra l'altro, il ricorso agli anabolizzanti, assunti al solo scopo di aumentare la massa muscolare. Somministrazioni che avrebbero provocato nel tempo a giovani atleti gravi conseguenze fisiche: alcuni risultano affetti da forme di sterilità e gravi patologie epatiche dovute proprio ad intossicazione da farmaci, che sarebbero state curate, peraltro, con disintossicanti consigliati da gestori e da altri addetti alle palestre. Nel corso della conferenza stampa magistrati e carabinieri hanno sottolineato l'alta pericolosità dei farmaci assunti dagli atleti. Si tratta di prodotti acquistati non solo in Italia, attraverso l'esibizione di falsi titoli sanitari e documenti di identità contraffatti, in maniera da indurre i farmacisti a farmaci destinati alla cura di specifiche patologie, quali nanismo ipofisario, rachitismo e deficit staturale dei bambini. La maggior parte dei farmaci, che gestori o preparatori atletici delle strutture sportive coinvolte nella vicenda mettevano a disposizione dei giovani, provenivano da Grecia, Spagna, Turchia e Bulgaria. Titolari e frequentatori di palestre di body building, quasi tutti incensurati, delle province di Napoli e Caserta con riferimenti in Emilia Romagna e Basilicata e collegamenti con trafficanti spagnoli e greci, avrebbero prelevato spesso all'estero i prodotti. Talvolta si avvalevano di compagnia internazionali di spedizioni. Gli investigatori hanno utilizzato sofisticati sistemi di indagine, tra cui l'intercettazione di ordini di farmaci attraverso sms o fax, effettuati con nomi in codice. Tra le specialità importate il Ganabol, medicinale ad uso veterinario prodotto in Colombia ed utilizzato per aumentare le masse muscolari di equini e bovini, lo Xenical, inibitore di grassi applicato nel trattamento dell'obesità; ed ancora farmaci indicati per la cura dell'asma bronchiale. Farmaci pericolosi peraltro non utilizzati con l'osservanza delle regole igienico sanitarie. La "rete" è ritenuta capeggiata a Napoli da Mario Masecchia, titolare della palestra Pleine Forme. L'impianto è stato sequestrato insieme al Willy Gym Club di Caserta, gestito da Luigi Mezzacapo ed al Body Shop Energia Contagiosa di Pidimonte Matese, diretta da Edoardo Del Giudice: i titolari sono stati arrestati insieme con Massimo Cori, Umberto Lombardi, Pasquale Silvestre, Pietro Di Costanzo, e Massimo Duranti. Arresti domiciliari per Roberto Carpentieri di Rimini e Teodosio Galotta di Potenza. Nessuna palestra sequestrata invece a Potenza, come si era appreso in un primo momento. Del Napoletano e del Casertano gli altri destinatari dei provvedimenti: Ivan Ramo, Amedeo Contiello, Donato Summa, Attilio Pignatelli, Roberto Montagna, Aristide Pinto, Massimiliano Durante, Nicolino Di Maio, Andrea Girone Malafronte, Alessandro D'Andrea, e Gilberto Vigliotta. La procura ha disposto l'obbligo di dimora per Michele Boccia, di Carpi.

 
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