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PROCESSO RETATA VU CUMPRA' A CASERTA: SENEGALESI TESTI IN AULA MA NON RISPONDONO

Santa Maria Capua Vetere, 19 marzo 2014 (Casertasette) -

Senegalesi vittime retata illegale a Caserta del 2006: Da 25 anni in Italia ma al processo dicono di non capire la lingua italiana

Due dei 22 senegalesi presunte parti offese nel processo contro dodici vigili urbani di Caserta - tra cui l’ex comandante Francesco Delvino - sono comparsi oggi, come testimoni, davanti ai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Maria Francica) dove è in corso il dibattimento a carico delle divise casertane accusate di una retata illegale di una ventina di vu cumprà, nell’aprile del 2006. I due testi, durante il controesame della difesa, hanno più volte dichiarato di non ricordare o di non sapere parlare in italiano. Circostanza, quest’ultima, che ha spinto la difesa a presentare alcuni verbali, con la firma riconosciuta dagli stessi testi, in cui avevano dichiarato ai carabinieri di conoscere la lingua italiana. Nella stessa udienza, inoltre, rispondendo agli avvocati, i senegalesi hanno confermato di essere in Italia da oltre 25 anni e di non riconoscere le celle del comando di polizia municipale (scattate dai carabinieri su delega della Procura) dove i vu cumprà sarebbero stati trattenuti illegalmente. L’accusa ipotizzata a vario titolo è quella di sequestro di persona e concorso in abuso nell’ambito di una «retata» di immigrati avvenuta nell’aprile di otto anni fa. In una delle scorse udienze, il tribunale fu costretto ad aggiornare il dibattimento in quanto non si trovavano più in zona e non risultavano domiciliati agli indirizzi forniti all’epoca dei fatti, quattro senegalesi che risultano denuncianti e parti offese. Otto gli extracomunitari che furono ammessi alla parte civile, muniti di regolare permesso di soggiorno e residenti a Caserta. Due anni fa, l’apertura del dibattimento fu caratterizzata dalla presenza di una cinquantina di senegalesi che, poco prima del processo, con alcuni striscioni dell’associazione «Nero e non solo», avevano atteso all’esterno del Palazzo di Giustizia incuriosendo diversi passanti. Il comandante, gli ufficiali e alcuni agenti, secondo l’accusa nata da una denuncia di alcune associazioni e dalle stesse vittime, avrebbero «rinchiuso di notte e per quattro ore, in due locali del piano seminterrato del comando di polizia municipale» una ventina di immigrati fermati con mercanzia abusiva sequestrata anche nelle loro abitazioni. Presunte vittime sono 22 cittadini per lo più senegalesi per i quali, all’indomani del blitz, si mobilitarono diverse associazioni compreso l’ex vescovo Raffaele Nogaro. Il blitz fu autorizzato dalla Procura sammaritana e, successivamente, fu la stessa accusa a chiedere l’archiviazione dell’imputazione per i vigili. Ma un’opposizione all’archiviazione e il successivo rinvio a giudizio determinò l’apertura del processo dove sono impegnati, per la difesa, gli avvocati Michela Marruccelli, Alessandro Barbieri, Carlo Marino, Gaetano Anastasio e, per la parte civile, l’avvocato Roberto Garofalo.


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