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OMICIDIO NEL CASERTANO DI 10 ANNI FA: INTERROGATORI PER ESPONENTI CLAN


MARCIANISE (CASERTA), 27 DICEMBRE 2010 - Interrogati i due esponenti del clan Belforte arrestati l'altro giorno per l'omicidio di Michele Cangiano avvenuto il 21 agosto del 2000 a San Nicola la Strada. La squadra Mobile di Caserta ha dato esecuzione domenica alle ordinanze di custodia emesse dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere per concorso in omicidio nei confronti di due esponenti del clan Belforte di Marcianise: il 38enne Bruno Buttone e il 54enne Luigi Trombetta. Le misure restrittive erano state richieste dalla procura di Napoli in seguito Michele Cangiano era un elemento di primo piano dello stesso clan. Pregiudicato per associazione di stampo camorristico, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, armi e rapina, aveva il ruolo di esattore e trafficante di stupefacenti nonché referente nell’area di San Marco Evangelista dell'organizzazione. Assassinato a colpi di pistola all’esterno del Bar Tropical di via Italia a San Nicola, prima di morire trovò il fiato per indirizzare un insulto contro il suo killer: «Bastardo». Le indagini della polizia, attraverso la ricostruzione delle ultime ore di vita della vittima hanno permesso di individuare i responsabili, mandanti ed esecutori materiali, del delitto ed accertarne il movente. In particolare, la eliminazione del Cangiano era scaturita dalla volontà di Bruno Buttone, il 35enne Michele Froncillo - poi divenuto collaboratore di giustizia - e Luigi Trombetta di eliminare colui che ambiva a soppiantarli nella reggenza del clan. L’incarico di uccidere Cangiano era stato affidato a un altro affiliato dei Belforte che a sua volta aspirava alla zona di influenza di Cangiano, tale Ciro Salzano, 21enne all'epoca dei fatti, a sua volta assassinato qualche tempo dopo. Cangiano fu quindi attirato in una vera e propria trappola, come confermato dai tabulati del telefono della vittima. Salzano aveva preso appuntamento con l'uomo al Bar Tropical e altri due affiliati, il 44enne Giuseppe Iovinella e il 57enne Michele Musto lo avevano intrattenuto sino all’arrivo della vettura a bordo della quale si trovava il killer. Il carnefice era però estraneo al clan, ovvero Francesco Capuozzo, esponente di rilievo del clan Vatiero-Cardarelli della zona delle «Case Nuove» di Napoli. Salzano, che trafficava cocaina per i Belforte, riforniva infatti i Vatiero-Cardarelli di Napoli ai quali chiese e ottenne supporto logistico per l'esecuzione. La Mobile di Caserta arrestò prima il 29enne Gianluca Pianelli, autista del killer, pregiudicato identificato grazie alle impronte lasciate sulla vettura utilizzata per il raid omicida e nel giugno 2007 oltre agli esponenti dei Belforte, Buttone, Froncillo, Trombetta, Iovinella e Musto, anche il capoclan napoletano Gaetano Vatiero, boss 47enne cui proprio Salzano aveva chiesto aiuto.

 
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