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PROFESSIONISTI E LOCALI DELLA MOVIDA CASERTANA NELL'INCHIESTA "TEA ROOM"


Caserta - Un commercialista, A.M., un giovane laureato in legge (quasi avvocato) F.P., una tossicodipendente nota alle cronache casertane M.G. ed anche un dipendente di una nota società di costruzioni, F.B., impiegato del gruppo imprenditoriale che sta costruendo un albergo nell'area Saint Gobain (e che naturalmente è estranea all'inchiesta): sono alcuni degli assuntori di cocaina smerciata da alcuni pregiudicati finiti in manette nell'operazione della polizia denominata "Tea Room". Otto gli arresti scattati l'altra notte (vedi notizie precedenti) nei confronti di altrettanti indagati. Le intercettazioni telefoniche parlano di cessioni di droga avvenuto nei locali della movida casertana: dall'Oddly Shed al Thaiti; dal Gabriella al Botticelli: dal Time Out all'Esedra, alla Dolce Sosta (Casapulla) ma anche la sala Bingo di Santa Maria Capua Vetere i cui titolari sono ovviamente estranei. Proprio in merito a quest'ultimo particolare, è scattato anche un giallo giudiziario. Per alcune ore, il nome del consigliere comunale Massimiliano Natale è stato associato erroneamente a quello di uno dei latitanti dell'operazione quasi coetaneo e pure residente a Santa Maria Capua Vetere. L'amministrazione comunale ha dovuto smentire le voci diventate insistenti. Nell'inchiesta figura anche il presidente del Consiglio di Amministrazione della cooperativa di parcheggiatori casertani Euro 2000, Michele De Luca (aveva fatto ricorso, vincendolo, al comune di Caserta contestando l'esclusione della sua coop). L'inchiesta ha messo in luce ancora una volta le "pippate" di molti insospettabili casertani chiamati dal giudice - nel corso delle indagini - a spiegare i motivi di quelle telefonate fatte a noti spacciatori della zona. Sempre poca la fantasia dei pusher che adottavano frasi facilmente individuabili: bottiglie di vino, coppe di champagne. Un film gia visto...
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