leggi qui il giornalista avrebbe maturato l'idea di occuparsi della realtà carceraria. Circostanza accennata in un articolo apparso su Il Mattino lo scorso 13 luglio.
C’è chi gli ha mandato attestati di solidarietà - come ex collaboratori, colleghi o semplici conoscenti e lettori – chi telegrammi con parole di vicinanza al suo caso e chi è annuncia che gli invierà anche alcuni libri. Non si sente solo nel carcere di Benevento, il giornalista Gianluigi Guarino (ex direttore del Corriere di Caserta e poi del sito on line-bis Casertace) da quattro giorni nel penitenziario sannita per un cumulo di pene di tre anni e un mese di reclusione per il reato di diffamazione a mezzo stampa. Ieri è stato anche il giorno della visita del suo legale, l’avvocato Raffaele Gaetano Crisileo. Guarino sembra essere più sereno ma soprattutto motivato a raccontare, con questa esperienza, la realtà dei detenuti, argomento quasi sempre trattato marginalmente dagli organi di informazione e al quale c’è scarsa attenzione anche da gran parte dell’opinione pubblica. È quanto avrebbe accennato Guarino al suo legale, durante il colloquio di ieri circa un’ora, incentrato sulle prossime mosse difensive dopo la «scoperta» da parte dell’ex direttore del Corriere di Caserta (nel frattempo sospeso dall’ordine dei giornalisti per atto dovuto) di alcuni processi conclusosi con condanne non appellate riferiti ad articoli diffamatori apparsi dal 2002 al 2005 sul quotidiano locale a firma di diversi collaboratori o anche senza firma. L’avvocato Crisileo, che segue Guarino solo da qualche anno per vicende più recenti, dovrà ora rivolgersi al Tribunale di Sorveglianza beneventano dopo il normale periodo di osservazione che, in virtù anche della cosiddetta fase feriale, non sarà meno di tre mesi compresa la procedura del flusso tra istanze, valutazioni e risposte. Intanto, oltre agli attestati di solidarietà (ci si meraviglia per la misura drastica del carcere anziché dei domiciliari, per questo tipo di reato), l’onda emozionale delle persone più vicine a Guarino ha portato anche alla creazione di una pagina sul social network dove è stata promossa una raccolta di firme da inoltrare al presidente della Repubblica per l’ipotesi di una grazia. Atto che può essere concesso solo su domanda del condannato, di un suo prossimo congiunto o dal convivente (o anche d’ufficio) ma non da terzi o comitati civici.