SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta), 2 dicembre 2009 - Il sottosegretario del ministero dell'Interno, Alfredo Mantovano, e' arrivato questa mattina all'aula bunker del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per la costituzione di parte civile del ministero dell'Interno nel processo a carico di Giuseppe Setola e 35 imputati del clan dei Casalesi accusati di tentati omicidi, estorsioni a imprenditori ed evasioni. "Questa presenza ha un significato reale e simbolico - ha spiegato il sottosegretario Mantovano ai giornalisti - reale perche' il ministero dell'Interno, gestendo il fondo antiracket e antiusura, e' quindi parte in causa per quanto riguarda il recupero dei soldi dei camorristi. Ma quello simbolico e' piu' importante perche' si e' al fianco di chi resiste non solo nel lavoro e' importante delle forze dell'ordine, ma anche nell'iter processuale". Sulla vicenda Cosentino, il sottosegretario all'Economia, destinatario di ordinanza di custodia cautelare per concorso esterno in associazione mafiosa, Mantovano ha dichiarato: "non si puo' accusare il governo di incoerenza per il fatto che un sottosegretario e' indagato, noi come ministero dell'Interno siamo da tempo a Caserta, dove si sta cambiando pagina. La nostra presenza qui e' un esempio di reciproca collaborazione con la realta' viva del territorio, che crea la reazione necessaria di contrasto alla camorra". All'udienza del processo Setola si e' costituito parte civile anche il Comune di Trentola Ducenta, l'associazione "Mo' basta", la Fai e il coordinamento antiracket di Napoli.