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CASO GRICIGNANO (CASERTA) E ACCUSE PENTITI: SINDACO PRONTO A DIFENDERSI


GRICIGNANO D'AVERSA (Caserta), 23 settembre 2009 - Bufera sul comune di Gricignano d’Aversa dove il sindaco, Andrea Lettieri, sarebbe indagato per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso nell'ambito di un'inchiesta coordinata dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Alessandro Milita. Nel corso di una perquisizione avvenuta martedì scorso a casa del primo cittadino sarebbero state trovate armi e munizioni, regolarmente detenute. I poliziotti si sono recati presso l'abitazione del sindaco Lettieri, in Corso Umberto I, dove si trova anche il suo ufficio privato. La perquisizione è proseguita nella casa comunale di piazza Municipio, dove gli agenti del commissariato di Aversa hanno portato via la documentazione tecnica e amministrativa, oltre ad alcuni computer del sindaco, dello staff e dell'ufficio tecnico. Lettieri , primo cittadino di Gricignano ed ex assessore provinciale ai Lavori pubblici, sarebbe finito nell’inchiesta della Dda sulla scorta delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui Paolo Di Grazia, capozona del clan dei Casalesi a Carinaro e quelle di Michele Orsi, l'imprenditore dei rifiuti ucciso il primo giugno del 2008 a Casal di Principe. Di Grazia avrebbe parlato di «favori» ricevuti da Lettieri in cambio di voti, in occasione di una campagna elettorale. Mentre Orsi, che non era pentito, avrebbe riferito delle vicende legate alla costituzione della Gmc (Gricignano Multiservizi), società a prevalente capitale pubblico, che si occupava della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e inizialmente degli appalti pubblici, il cui braccio operativo erano, di fatto, lo stesso Michele Orsi e il fratello Sergio. Assunzioni di favore, finanziamenti in denaro, accordi preelettorali con il capoclan di Carinaro, Paolo Di Grazia, collaboratore di giustizia, secondo il quale «a fronte dell'impegno del capoclan a favore del politico e della societa' Multiservizi - si legge nel decreto di perquisizione locale e personale disposto dalla Dda di Napoli - il clan avrebbe fruito di rilevanti futuri vantaggi patrimoniali». Sono queste le accuse che vengono mosse dai pentiti di spicco del clan dei Casalesi al sindaco esponente di una giunta di centro-sinistra da circa tre anni. Le dichiarazioni di Paolo Di Grazia sono state supportate da quelle rese dal fratello Riccardo, anche lui collaboratore d giustizia, il quale avrebbe riferito ai pm delle «assunzioni garantite dal sindaco ai familiari componenti del clan Di Grazia e d altri capo clan». Anche il racconto fatto da Michele Orsi, l'imprenditore dei rifiuti ucciso il 1° giugno del 2008 a Casal di Principe, «appaiono sostanzialmente sovrapponibili - si legge nel provvedimento - con quanto riferito dai fratelli Di Grazia». Orsi, gestore di fatto, unitamente al fratello Sergio, della Gmc Multiservizi e legato da rapporti solidaristici con i vertici del clan, aveva riferito delle relazioni «intessute con il sindaco Lettieri». Nell'ambito della perquisizione domiciliare nei confronti del sindaco, i poliziotti del commissariato di Aversa delegati dalla Procura antimafia hanno rivenuto e sequestrato sette pistole, una baionetta, una carabina semiautomatica marca Adler, sei fucili e delle cartucce, tutte regolarmente denunciate. Sequestrati due personal computer Comex e "vs a casa del sindaco e alcuni documenti negli uffici comunali d piazza municipio. Il sindaco si è detto pronti a difendersi e a chiarire la sua posizione.

 
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