CASTELVOLTURNO (Caserta, 18 settembre 2009) -Corone di fiori, foto e un messaggio: "Per non dimenticare bisogna combattere la camorra, solo così ce la faremo". E' così che, un anno dopo, sono stati ricordati i sei immigrati uccisi dalla camorra a Castel Volturno, in provincia di Caserta. In pochi, circa una cinquantina, hanno preso parte alla cerimonia. Una scarsa adesione che per il referente della Cgil per l'immigrazione, Jamal Al Qaddorah, "non è stata dettata dalla paura"; per l'assessore regionale al Lavoro, "perché è più facile dimenticare che ammettere le responsabilità". Proprio lì dove furono massacrati, davanti alla piccola sartoria, oggi sono state esposte le loro foto e due corone di fiori. Presenti circa una cinquantina di persone, tra immigrati e rappresentanti delle associazioni. "Scarsa adesione? Non è stata dettata dalla paura dei clan o da altre ragioni", dice Jamal, "é stata una nostra scelta organizzare un momento di commemorazione che fosse più privato". "Eravamo in pochi perché è più facile dimenticare le responsabilità piuttosto che essere lì - commenta, invece, l'assessore regionale Corrado Gabriele - non dimentichiamo che per quella strage devono ancora essere assicurati alla giustizia i mandanti, i latitanti Zagaria e Iovine". "E poi - aggiunge - penso che gli immigrati non siano venuti perché sfiduciati da una situazione che non cambia. Un esempio? Lo sfruttamento della prostituzione che continua alla luce del sole lungo la Domitiana, lì dove ci sono tanti presidi di forze dell'ordine". Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, anche il vescovo di Capua, monsignor Bruno Schettino, l'imam di San Marcellino, il sindaco di Castel Volturno, Francesco Nuzzo.
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