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AFGHANISTAN: VOLEVA TRASFERIRSI A S. MARIA C.V. (CASERTA) MILITARE UCCISO


CASERTA, 17 SETTEMBRE 2007 - E' il tricolore calato a mezz'asta sulle piazze d'armi delle caserme della Folgore il simbolo dello sgomento suscitato nella brigata d'elite dell'Esercito dall'attentato di stamani a Kabul. I reggimenti di Siena, Livorno e Pistoia contano i lutti di sei commilitoni uccisi dall'esplosione. Un'aria pesante, di dolore misto a orgoglio per aver difeso fino all'estremo sacrificio i valori della democrazia, si respira oltre le porte carraie e gli ingressi monumentali. Le attivita' sono state interrotte, il personale si e' messo a disposizione dei rispettivi comandanti. La Folgore e' stata colpita duramente, e lo si percepisce. ''E' la notizia che sai di poterti aspettare, ma che speri di non ricevere mai'', ha commentato il colonnello Benito Milani, vicecomandante del 186/o reggimento della Folgore di stanza a Siena, reparto colpito da quattro caduti e con alcuni feriti che al momento non sembrano gravi. A Siena la notizia dell'attentato contro il plotone comandato dal tenente Antonio Fortunato e' arrivata alle 10.46. ''La prima informazione dell'attentato ci e' stata comunicata da una telefonata dello Stato maggiore dell'esercito'', ricordano alla caserma Bandini. Poi, col passare dei minuti e' stato chiaro che alcuni compagni erano rimasti uccisi e un senso di sgomento si e' diffuso tra tutto il personale presente. I loro nomi: tenente Antonio Fortunato, e i primi caporalmaggiori Matteo Mureddu, Davide Ricchiuto, Giandomenico Pistolami. La moglie di Fortunato, Gianna, insegnante, e' corsa subito dall'abitazione di Badesse, a pochi chilometri da Siena dove vive con il marito e un figlio piccolo, alla caserma appena saputo di un attentato. Non sapeva, pero', chi fossero le vittime. Poi nell'ufficio del comandante le hanno detto che tra i morti c'era anche il marito. A Sesto Fiorentino un altro strazio, quando la moglie di Randino ha saputo dalla tv dell'attentato senza conoscere - anche lei - che tra le vittime c'era il marito. Ha urlato quando e' stata informata della verita'. Stesso strazio percepito anche nella caserma di Livorno dove prestava servizio il sergente maggiore Roberto Valente. Per lui era l'ultima missione perche' aveva chiesto, e appena ottenuto, il trasferimento al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), una circostanza che appesantisce il lutto. Alla caserma Marini di Pistoia, sede del 183/ reggimento, ogni attivita' ricreativa e' stata sospesa. Qui si ricorda Massimiliano Randino, da pochi mesi a Pistoia ma gia' apprezzato dai compagni per la sua professionalita' e dedizione al lavoro. Forte e' stata la partecipazione dei cittadini al lutto dei reparti di paracadutisti e delle autorita' pubbliche nelle varie citta' sedi di caserme della Folgore. Un atteggiamento coerente con l'affetto rispettoso che circonda le forze armate laddove sono presenti con proprie strutture. Stamani prefetto, sindaco e presidente della Provincia di Siena hanno fatto visita agli uomini della caserma Bandini e nel pomeriggio parecchi passanti si sono soffermati davanti alla caserma in segno di vicinanza. Qualcuno ha depositato un mazzo di fiori all'ingresso, altri - fra cui diverse associazioni - hanno inviato messaggi. Il 186/o e' presente a Kabul da maggio con 300 uomini in missione di pace e appena ieri, ironia della sorte, il colonnello Milani parlava al telefono con il comandante del reggimento, colonnello Aldo Zizzo che si trova con i suoi uomini in Afghanistan, di come organizzare le attivita' del reparto quando fosse rimpatriato, cioe' presto, ad ottobre. Un colloquio che sottendeva l'attesa per un sospiro di sollievo - quello di lasciare l'Afghanistan senza vittime - poi impedito poche ore dopo dai 150 chili di esplosivo fatti scoppiare dai talebani.

 
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