MILANO, 29 giugno 2009 - L'autobiografia di Vincenzo Russo, ''Se il destino e' contro di me, peggio per il destino'', e' in libreria. Il volume, edito Mursia, racconta in chiave ironica le tappe piu' significative della vita dello studioso di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dall'infanzia difficile con la poliomielite diagnosticata a tre anni e l'affidamento al Gaslini di Genova e poi alla comunita' di don Gnocchi, fino alla formazione definitiva per merito della Fondazione Don Gnocchi. ''Se il destino e' contro di me, peggio per il destino'' non e' semplicemente la storia di una diversita'. E' anche la storia della Milano degli anni Sessanta e Settanta, di una citta' generosa che offre opportunita' e amicizie, delle influenze del Sessantotto sui giovani italiani e sui collegi della Fondazione Don Gnocchi, costretti dall'incalzare degli eventi a subire a radicali trasformazioni tra vertenze sindacali, dibattiti infuocati e occupazioni delle universita'. L'autobiografia assume anche i connotati di un precario grido di dolore verso una sorte che sembra accanirsi su di un solo individuo e, soprattutto, un inno alla vita capace di raccontare gli ardori e l'irrequietezza dell'adolescenza. Vincenzo Russo ha il coraggio di narrare anche il dolore per la deriva della sua famiglia, emigrata dalla Campania alla Svizzera alla ricerca di un riscatto: l'insofferenza allo straniero celata dietro l'ipocrisia della Locarno degli anni Settanta sara' tra le ragioni che spingeranno due dei tre fratelli di Vincenzo all'eroina e, di conseguenza, all'AIDS e alla morte. E' anche per loro che, senza rassegnazione e con molta voglia di combattere, Vincenzo Russo ha raccontato di come abbia smesso di sopravvivere per cominciare a vivere.
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