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DOPO IL LIBRO-NON-LIBRO, SAVIANO DIVENTA ATTORE ABUSIVO

Ha scritto su la Repubblica che si sente attore abusivo e che reciterà in teatro (stasera al Piccolo di Milano) per sentirsi più vicino alla gente e meno solo (non rinunciando però alla scorta). Parole dello scrittore-giornalista casertano Roberto Saviano che a giugno farà uscire anche un libro-non-libro dove sono raccolti tutti gli articoli dei giornali che hanno recensito il suo Gomorra. Dopo la boxe, ora anche la passione per il teatro. Ma sarà un monologo...come al solito.


MILANO, 29 MAGGIO 2009 - "Ho scelto di raccontare sul palcoscenico del Piccolo di Milano quello che mi e' capitato in questi tre anni. Lo faccio attraverso il teatro perche' sono stanco di tanta solitudine, perche' vorrei provare ad avere un rapporto diretto con i miei lettori. Voglio che possano guardarmi e, soprattutto, vorrei io poter guardare loro". Lo scrive Roberto Saviano in un intervento su 'la Repubblica'. "Tutto cio' che la mia vita e' diventata dopo la pubblicazione di 'Gomorra' in poi - prosegue lo scrittore - le minacce, la scorta, l'isolamento, la diffamazione, si sono rivelati il carburante e lo sprone che mi hanno convinto che vale la pena parlare, che la letteratura e l'arte non sono attivita' superflue, ma fondamentali e che soprattutto possono salvare la vita". "Qualcuno definisce la forma di teatro che veicola informazioni 'teatro civile' - prosegue Saviano - E gli attori e i registi si sentono spesso infastiditi da questa aggiunta. Io che non sono ne' attore ne' regista, ma che mi definisco, in questo senso, un abusivo del teatro, sono felice di poter praticare una forma di civilta' attraverso la parola portata sopra un palcoscenico. Sono estremamente stimolato dalla prospettiva che il teatro possa essere un'alternativa, che possa non soltanto intrattenere e rappresentare, ma perfino informare, aggiornare". "Mi piace l'idea di poter parlare - prosegue lo scrittore - nell'alchimia che si crea tra parola, palco e spettacolo, di cio' che mi e' accaduto negli anni di 'reclusione' e isolamento". In questo modo, continua l'autore di 'Gomorra', "attraverso una forma che sento particolarmente congeniale, quella del monologo, potro' mostrare come la parola, da sola, possa rappresentare l'unica alternativa di resistenza in una vita blindata. E magari riusciro' anche a convincere il mio pubblico che il talento e la forza impegnata di Anna Politkovskaja, Miriam Makeba, dei pugili di Marcianise, di Lionel Messi, di Michel Petrucciani e di Enzo Biagi sia la forma attraverso cui la bellezza e' capace di contrapporsi e resistere all'inferno".

 
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